I venti di crisi nel governo sembrano rientrati, ma dall’opposizione si insiste sulla richiesta di andare al voto, «senza escludere altri scenari dopo la primavera» dice il capogruppo della Lega in Senato, Massimiliano Romeo.

Senatore Romeo, non è che la discussione in parte rientrata nella maggioranza soddisfi anche voi? In fondo non sembravate così convinti di tornare alle urne…

Chiariamo subito che noi speriamo di andare al voto il prima possibile, anche domani. Il centrodestra è maggioranza nel paese e in caso di elezioni vinceremmo e governeremmo legittimamente. Tuttavia sappiamo che il governo vuole conservare la poltrona e farà di tutto per evitare l’opzione del voto. Con Renzi assistiamo al solito teatrino, questo lo sapevamo, ma del resto chi è che si fida di Renzi? É un personaggio il cui spessore politico è stato dimostrato dai fatti.

Ma se le elezioni comunali dovessero essere spostate in avanti per il rischio contagio, non sarebbe un controsenso svolgere quelle politiche in primavera?

Se vogliamo fare bene i conti, quando arriveremo in primavera e la legislatura sarà blindata per il semestre bianco del presidente della Repubblica i parlamentari di maggioranza sapranno con certezza che saranno lì fino al 2023, e allora potremo vederne delle belle.

Per esempio?

Potrebbe succedere di tutto, potrebbero aprirsi vari ipotesi di governi anche con maggioranze diverse. Abbiamo rilanciato l’idea con Matteo Salvini di un centrodestra pronto a governare con l’aiuto di senatori e deputati di buona volontà e buon senso. É una strada che è giusto non eludere ed eventualmente percorrere.

Durante quel periodo la situazione sanitaria dovrebbe migliorare, mentre ci sarà da gestire la ricostruzione economica. Crede che un governo di centrodestra sarebbe in grado di farlo?

Certamente. Lo dico con estrema chiarezza: rispetto a come si è mosso finora, il Conte bis è l’esecutivo più imbarazzante della storia d’Italia, e non sono solo io a pensarlo ma anche imprenditori e una parte della società civile. La situazione è sicuramente difficile, ma c’è modo e modo di affrontare le cose e un governo di centrodestra gestirebbe meglio le risorse. Il punto non è quanti soldi arriveranno da Bruxelles ma come verranno spesi: abbiamo 100 miliardi di opere pubbliche a bilancio ma da anni non riusciamo a spendere quei soldi perché bloccati da burocrazia e veti sociali e politici dei vari comitati o dello stesso Movimento 5 stelle. Ci sono 25 miliardi sulla sanità che non vengono spesi.

La legge di bilancio mette sul piatto oltre 40 miliardi, che si aggiungono ai 100 già previsti per la gestione dell’emergenza Covid. Non basta?

Non è una questione di soli numeri, ma di progetti. Questo governo ha una capacità di agire pari a zero. Il presidente di Assolombarda dice che la credibilità di un paese si vede dalla sua capacità di agire e il nostro paese oggi ha credibilità zero. Un governo di centrodestra darebbe una spinta all’economia e agli investimenti e sbloccherebbe la burocrazia. Basti pensare al super bonus 110%. Quando è stato introdotto sembrava dovesse far ripartire il mercato dell’edilizia, ma tutti ne parlano e nessuno sa come funziona. Gli amministratori dei condomini non sanno da che parte cominciare, con l’effetto che gli interventi già previsti si sono fermati per aspettare gli incentivi del bonus e ora è bloccato tutto il settore. L’edilizia e l’auto sono i settori traino del nostro mercato e a oggi sono fermi.

Una persona che forse saprebbe farli ripartire e certamente avrebbe dei progetti per spendere i soldi del Next generation Ue c’è e risponde al nome di Mario Draghi. Crede potrebbe essere l’uomo giusto?

Credo che la figura di Draghi verrebbe messa in campo di fronte a un governo di unità nazionale, e al momento non c’è un clima politico in Parlamento tale da consentirlo. Sarebbe un altro governo tecnico e la stragrande maggioranza della politica non lo vorrebbe.

Compresa la Lega?

Noi non vogliamo governi di natura tecnica. Serve una classe politica che si prenda le proprie responsabilità.

Beh, non pensa che Mario Draghi sia stato un presidente della Banca centrale europea molto “politico”?

Non sto discutendo le qualità di Mario Draghi, che ha saputo cambiare e correggere il corso di un’Unione europea che non aveva ben compreso dove si stava andando. Grazie a lui abbiamo contrastato le politiche di austerity tedesche e il Quantitative easing è stata una spinta arrivata direttamente da Draghi. Tuttavia non vedo al momento condizioni che possano portare a un governo di unità nazionale. Ci vuole una guida chiara, diretta e precisa. Conte è un prodotto dell’arroganza figlia dell’incompetenza.

Ha parlato di sblocca cantieri, gestione del Recovery Plan, arroganza di Conte. Non è che i punti di contatto tra Lega e Italia Viva sono più di quelli che si crede?

Sull’economia e sul tema degli investimenti ci sono idee che convergono e non lo vedo come un elemento negativo. Se in Parlamento c’è una maggioranza che considera priorità gli investimenti, la semplificazione, il sostegno alle imprese, la riduzione delle tasse, per il bene dell’Italia non si deve guardare da chi arriva la proposta ma prenderla in considerazione. Con Renzi ci sono tantissimi punti che ci dividono ma in politica mai dire mai. É anche vero che bisogna mantenere una certa coerenza e, per coerenza, vedo molto difficile un avvicinamento tra Lega e Italia Viva.

Anche perché i vostri alleati difficilmente apprezzerebbero. A proposito, in che rapporti siete con Forza Italia e Fratelli d’Italia?

La coalizione di centrodestra ha ritrovato una certa compattezza nell’ultimo periodo. A me pace la linea di una federazione perché uniti otteniamo risultati importanti, come le risorse in manovra di bilancio per le partite iva e i professionisti. Certo, ci sono ancora differenze dettate dal forte senso identitario dei singoli partiti, ma abbiamo iniziato un lavoro per evidenziare ciò che ci unisce rispetto a ciò che ci divide.

Sull’idea di una federazione Fratelli d’Italia vi ha già risposto picche…

Ci vuole tempo, lasciamo che questa idea maturi anche in chi magari ha ancora dei dubbi. La nostra idea di federazione non va a discapito dei singoli partiti.