Ipartiti sono in fibrillazione a poco più di tre settimane dal referendum sul taglio dei parlamentari. Compresa la Lega, dove Claudio Borghi ha annunciato il No ma il capogruppo in Senato, Salvatore Romeo, difende la riforma.

Capogruppo Romeo, lei come voterà?

Io voterò Sì per coerenza con il nostro voto parlamentare, che per quattro volte è stato favorevole alla riforma, e con la nostra storia politica, che già nel 2005 con la Devolution prevedeva il taglio dei parlamentari. Dopodiché non credo ci sia bisogno di fare campagna elettorale perché il Sì vincerà con il 90% e se alcune personalità, come Borghi, hanno deciso di fare scelte diverse è assolutamente lecito.

La Devolution però era un riforma organica. Perché allora il Sì a una riforma parziale?

Perché chiunque abbia tentato, negli ultimi vent’anni, di fare un riforma organica, ha fallito. Non c’è un clima culturale e politico nel Paese tale per cui sia possibile accordarsi su una riforma strutturale della nostra Carta e quindi è importante dare almeno un segnale. Certo c’è il nodo della rappresentatività di alcuni territori ma, a scanso di equivoci, votiamo per dare un segnale ai cittadini e non per cavalcare l’antipolitica e la demagogia.

State comunque votando a favore di una battaglia storica del Movimento 5 stelle. Non ve ne pentirete neanche un po’?

Il Movimento 5 stelle può avanzare tutte le rivendicazioni che vuole ma se andassimo oggi a chiedere a tutti i loro parlamentari se sono d’accordo con la riforma del taglio dei parlamentari, il 95% direbbe di no. La deriva pentastellata punta a sostituire una casta di eletti con una casta di non eletti, e questo è il frutto di anni di demagogia. Quindi Sì al taglio dei parlamentari, ma poi finiamola con l’antipolitica.

C’è il rischio che in Toscana si parli molto di vittoria della Lega per poi restare con il cerino in mano, come successo in Emilia- Romagna?

La partita delle regionali in Toscana è molto complicata, ma l’aria è buona e vedo tanta gente che ci segue. Nessuno è in grado di prevedere il voto del post lockdown e quindi la partita è aperta.

Se nelle Marche e in Puglia dovessero vincere i candidati di Fratelli d’Italia si aprirebbe un problema nel centrodestra?

Gli attriti nel centrodestra non esistono. L’importante è restare uniti e vincere le elezioni perché altrimenti si fa il gioco degli oppositori. Il giochino del “divide et impera” è un trabocchetto nel quale non dobbiamo cadere. Cerchiamo piuttosto di mantenere una visione federativa del centrodestra.

Il Parlamento riuscirà a dotarsi di una legge elettorale chiara e condivisa?

Con il clima politico che c’è oggi? Figuriamoci... La maggioranza farà una legge elettorale per impedire a Salvini di governare, ma proprio perché è andata male una prima volta Salvini vincerà e la dovremo ringraziare.

Crede che serva maggiore collaborazione, ad esempio sulla scuola, tra maggioranza a e opposizione?

Stiamo cercando collaborazione da mesi, ma il Governo ha sempre voluto fare per conto suo, inseguendo il virus invece di cercare di prevenirlo. Non sappiamo se a scuola si dovrà indossare la mascherina oppure no, se i banchi arriveranno oppure no. Si poteva prevedere un piccolo presidio sanitario dentro ogni scuola ma ormai è tardi. È mancato totalmente un piano di comunicazione del Governo che rassicurasse i cittadini senza spaventarli.

Beh, di certo una corretta comunicazione non l’ha fatta Salvini, girando per settimane senza mascherina ai comizi…

Come sempre c’è strumentalizzazione. Lo fanno per demonizzare, per dare la colpa a qualcuno. Basta che Salvini si tolga per un attimo la mascherina e tutti sono pronti a fare foto e dire che non la indossava. Sa quante persone di sinistra erano senza ma- scherina alle feste dell’Unità o il 25 aprile? Pensiamo piuttosto a un Governo che per lavarsene le mani continua a dare la colpa di tutto alle Regioni.

A proposito, l’ultimo scontro è quello con Musumeci sugli hotspot siciliani. Come si risolve il problema?

La soluzione ideale sarebbe mandare a casa un Governo che si è dimostrato incapace di gestire il fenomeno migratorio. Siccome da Roma si usano solo spot, come il finto accordo di Malta, il presidente Musumeci ha sfruttato l’autonomia della Regione per muoversi da solo, mettendo al primo posto la salute dei suoi cittadini piuttosto che l’ideologia dell’accoglienza indiscriminata, come invece ha fatto il Governo. Magari avessimo potuto affrontare l’epidemia in Lombardia con l’autonomia regionale...

É davvero sicuro che i risultati sarebbero stati migliori?

Intanto diciamo che la Lombardia è stata colpita da un terremoto sanitario, mentre nelle altre regioni ci sono state delle scosse di assestamento. Poi c’è da dire che in Veneto, ad esempio, Zaia è stato osannato per il suo lavoro che però è andato dalla parte opposta rispetto alle indicazioni che venivano da Roma.

Sta dicendo che Fontana si è fidato troppo del Governo?

Dico che forse in Lombardia sarebbe potuta andare diversamente…