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Coronavirus a scuola, Ricciardi: «Riapertura punto interrogativo»
«Dobbiamo individuare e isolare gli infetti come ha fatto la Cina». Il maoismo sanitario del dottor Walter Ricciardi non è una cena di gala ma neanche una lunga marcia: «In otto giorni -garantisce il consulente del ministro Speranza- saremmo fuori dall’emergenza». Otto giorni per battere il Covid! Sembra una prospettiva allettante, e Ricciardi ci indica persino la strada: «Bisognerebbe fare i tamponi alla stragrande maggioranza degli italiani. È un’operazione che tutti dicono sia impossibile ma i cinesi per un caso testano 10 milioni di persone. Noi con 200 mila potremmo ben testare 60 milioni di italiani». Insomma tamponi ovunque, casa per casa, a tappeto sul territorio per scovare gli untori e non si sa in che modo isolarli dal resto della comunità. Strano che nessuno ci abbia mai pensato prima: in due anni abbiamo effettuato decine di milioni di test quando ne bastavano appena 200mila. Tralasciamo le capriole che il dottore ci ha regalato dall’inizio dell’emergenza sanitaria quando il Covid19 era inizialmente una «semplice influenza», le mascherine strumenti «inutili» al pari degli amati tamponi, il disastro dell’applicazione Immuni da lui concepita o le critiche ricevute dall’Oms: il coronavirus ha sorpreso tutti noi, governi e scienziati, virologi e accademici con titoli ben più prestigiosi di quelli di Riccardi in questi due anni si sono esposti a brutte figure con uscite contraddittorie e previsioni improvvide. Ma nel caso del medico napoletano siamo di fronte a una conversione: dal semi-negazionismo dell’inverno 2020 alla linea della grande fermezza degli ultimi mesi e l’idea del «green pass universale» . In testa il modello della Repubblica popolare cinese del “contagio zero”, una chimera sanitaria che però ha oliato la macchina della repressione: esercito e polizia a pattugliare le strade, arresto per chi viola le regole del lockdown, deportazione dei contagiati in apposite strutture di osservazione prefabbricate e naturalmente bavaglio all’informazione. Un modello liberticida ma anche poco efficace come dimostra il nuovo preoccupante picco di contagi nel Paese a pochi giorni dall’inizio delle Olimpiadi invernali di Pechino.