Tra i tanti e complessi compiti che attendono il nuovo governo ( a proposito: auguri e buon lavoro), ce n’è uno in particolare: assicurare che l’Italia riprenda a crescere economicamente e socialmente. Da troppo tempo occupiamo gli ultimi posti nella graduatorie dei Paesi più industrializzati e anche i segnali che arrivano dal Pil e dall’occupazione non sono incoraggianti: anzi.

E’ un compito difficile ma ineludibile. Un obiettivo che potrà essere centrato - è l’altro aspetto decisivo solo se tornerà in auge quel minimo di coesione sociale che pure è stata sotterrate da mesi di risse verbali, sfide da saloon, esercizi di tracotanza e competition erculea. E’ un impegno che riguarda innanzi tutto le due componenti politiche che hanno deciso di allearsi: per mesi si sono combattute senza quartiere e non bastano toni meno accesi e qualche tavolo programmatico per superare diffidenze e ostilità condite a tratti da insulti.

Un compito simile attende anche le forze di opposizione che hanno tutto il diritto di esprimere dissenso e contrarietà riguardo all’asse M5S- Pd: ma senza esorbitare dai limiti del rispetto e del confronto democratico. Siamo di fronte ad una scommessa che riguarda tutti. Perderla rischierebbe di consegnare il Paese nelle mani dell’estremismo e della delegittimazione. Non conviene a nessuno.