Una settimana o poco più, tanto ha resistito la norma sulla presunzione di innocenza approvata dal nostro parlamento con tanta fatica e grazie a una generosa spintarella dell’Europa. E in effetti noi del Dubbio stavamo facendo il conto alla rovescia: “Quanto tempo smetteranno a violarla? ci chiedevamo. E chi sarà il primo a sgarrare? Sui tempi dei trasgressori abbiamo detto, per quel che riguarda la paternità, il premio va alla Guardia di finanza del comando provinciale di Palermo che ieri, con tanto di comunicato stampa ufficiale, ha fatto sapere di aver portato in porto l’operazione denominata “Relax”. Intendiamoci, l’inchiesta è assai seria e riguarda presunti (permetteteci il dubitativo almeno fino al giudizio finale) "maltrattamenti e torture ai danni di pazienti psichiatrici ricoverati presso l’Asp di Palermo”. Ma tanto è più seria l’inchiesta quanto più è insopportabile la violazione della norma sulla presunzione di innocenza da parte delle autorità. Eppure la legge è chiarissima. All’articolo 4 è specificato che “sia il solo Procuratore della Repubblica ad intrattenere rapporti con la stampa, preferibilmente tramite comunicati ufficiali”. E ancora più chiaro il divieto di dare nome alle inchieste. Insomma ricordate “Angeli e demoni”. “Mafia Capitale”, “Fust” e tutte le altre operazioni battezzate dagli inquirenti per avere un impatto mediatico e orientare fin da subito la pubblica opinione e , perché no,  per provare a condizionare i giudici? Ecco, quella roba lì non dovrebbe più esistere. E invece, come temevamo, la norma è durata giusto il tempo di un amen. Ma ora la domanda è che: chi punirà i trasgressori?