Ettore Rosato, vicepresidente della Camera, colonnello renziano e per lunghe ore pontiere tra l’ex presidente del Consiglio e Carlo Calenda, non rinuncia a prendersi una parte di responsabilità per il fallimento del partito unico, ma non chiude del tutto la porta in vista del futuro. «C’è un mondo composto dagli elettori riformisti che aspetta di trovare un contenitore adeguato a rappresentarli - spiega - Speriamo che quel che è successo sia stato di lezione». Per poi lanciare l’idea di «una campagna elettorale unica in una lista unica» per le Europee.

Onorevole Rosato, al di là di veline, retroscena e accuse reciproche, cosa ha casato nel concreto la rottura tra Matteo Renzi e Carlo Calenda?

Più di ogni altra cosa è mancata la fiducia reciproca e forse è mancata anche un po’ di audacia. Però io la fase della ricerca delle responsabilità, tra cui mi prendo anche le mie, l’ho già chiusa. Bisogna guardare avanti e capire come rafforzare un’offerta politica che in questo paese ancora manca.

Giuliano Ferrara ha scritto che non è tanto importante il partito unico quanto che Azione e Iv continuino a fornire un’alternativa politico- culturale rispetto agli altri partiti. Che ne pensa?

Penso che abbia ragione. Non dobbiamo buttare via quello che c’è, cioè un mondo composto dagli elettori riformisti che aspetta di trovare un contenitore adeguato a rappresentarli. Intanto occorre provare a lavorare con i gruppi parlamentari, che sono ancora uniti: quello può essere un utile terreno per ripartire.

In questi giorni di trattative lei era una delle colombe, ma da entrambe le parti non sono mancati i falchi. Crede che alcuni esponenti sia di Azione che di Iv siano andati un po’ oltre nella discussione?

Un partito che vuole raccogliere i moderati e che non sa usare toni moderati rappresenta una contraddizione. Speriamo che quel che è successo sia stato di lezione. Nulla è perso in modo irreparabile, si può ripartire se le lezioni saranno state utili.

Alle Europee finirete comunque dentro la grande famiglia di Renew Europe: non crede ci sia stata un po’ di fretta nel voler formare il partito unico, pensando alle prossime Politiche che saranno tra quattro anni?

A me sembra ridicola l’idea di pensare di correre alle Europee con due liste diverse di due partiti che aderiscono a Renew Europe. È evidente che il compito della politica non è fare gli spezzatini e i partitini ma quello di uniformare una proposta, soprattutto quando idee e programmi sono omogenei. È vero che le Politiche sono molto lontane, ma le Europee sono tra pochi mesi e quello è l’obiettivo.

Azione e Iv faranno due campagna elettorali diverse, con eventi e iniziative separati?

Io mi immagino una campagna elettorale unica in una lista unica. E continuo a immaginarmela anche in un partito unico. Dopodiché se il progetto fallisce ne prenderemo atto. Ma bisogna chiamare il fallimento con il suo nome.

La discussione di questi giorni è avvenuta più su twitter che di persona: perché non c’è stato un confronti diretto tra Renzi e Calenda?

Io il confronto diretto lo avrei cercato, ma i leader sono loro ed evidentemente sanno come relazionarsi. Un grande partito vive di più leadership e peraltro nel nostro par… ( qui Rosato ha un lapsus, ndr), nei nostri partiti abbiamo la fortuna di avere molte teste pensanti che hanno svolto ruoli di responsabilità nei governi o negli assetti istituzionali di questo paese.

È mai venuta fuori in queste ore l’idea di far fare un passo indietro sia a Renzi che a Calenda, mandando avanti un’altra figura, penso a Carfagna o a Boschi?

Mi sembra che avrebbe complicato il quadro, non semplificato. Ma come dicevo prima nei nostri partiti non mancano certo le leadership, comprese quelle femminili. A partire dalle tre ministre del governo Draghi.

Si è discusso anche dell’eventualità di far entrare + Europa nel “fu” partito unico?

Magari fosse stato quello il distinguo. Credo che + Europa debba decidere cosa vuole fare. Se scegliere di costruire il fronte riformista e moderato con noi o scegliere una collaborazione strutturata con il Pd e il Movimento 5 Stelle. Le due cose non sono compatibili.

Pensa sia possibile battere questa destra senza coalizzarsi con Pd e M5S?

Il nostro problema non può essere battere la destra o battere la sinistra, ma dare al Paese un governo all’altezza. Mi chiedo: con Schlein e il Movimento 5 Stelle, ci sarebbe un programma di governo credibile per il paese? Io penso di no.

Lei è stato chiamato in causa da Calenda come la figura con cui il segretario di Azione collaborava benissimo ma che è stata fatta fuori da Renzi. Dove sta la verità?

Io non ho problemi di alcun tipo con Renzi, che ha dimostrato la sua leadership e la capacità di fare le cose. Con Calenda ho collaborato bene e continuo a pensare che ci si possa costruire un partito insieme. Saranno le mie radici democristiane, ma sono abituato a cercare punti di convergenza, non di rottura. Mi spiace vedere risorse così importanti e utili al paese non sfruttate fino in fondo.

Quand’è stato il momento in cui ha capito che la rottura tra Renzi e Calenda sarebbe stata definitiva?

Quel momento deve ancora arrivare.