Se vogliamo sbrogliare la matassa dellelezione al Colle, dobbiamo provare a rispondere a due semplici domande: chi vuole le elezioni? E chi invece sta facendo di tutto per evitarle? Iniziamo col dire che la squadra dei leader tentati dal voto è composta da Enrico Letta, il quale non vede l'ora di cambiare un gruppo parlamentare pieno di renziani imboscati, e da Giuseppe Conte, che vuol misurare la sua leadership continuamente messa in discussione da Di Maio. E cè Giorgia Meloni, che vuole incassare il consenso promesso dai sondaggi prima che la bolla si sgonfi: il 40% sparito nel nulla di Renzi e il 33% di Salvini diventato un timidissimo 19% sono lì da monito. Dallaltra parte cè la formazione di chi sta provando (e proverà) di tutto pur di schivare il voto. Cè Renzi, il quale sa bene che in questo momento uscirebbe con le ossa rotte da una competizione elettorale; cè Di Maio e con lui la gran parte dei deputati grillini consapevoli delle remotissime chances di rientrare in parlamento; e cè Salvini, il quale sa di aver bisogno di tempo per provare a recuperare i voti persi a favore di Meloni. Infine cè Fi - che voterebbe qualsiasi esecutivo - e quella parte di parlamentari dem che teme linevitabile purga lettiana. E in mezzo a questa matassa c'è Mario Draghi, luomo che tutti, almeno a parole, vorrebbero al Quirinale. E siamo certi che lo voterebbero anche gli uomini della squadra "anti-urne" se fossero certi che la sua salita al Colle non comportasse limmediato scioglimento delle Camere. Il problema - e ci scuserete la brutalità - è che Draghi, almeno in apparenza, non ha un premier spendibile. Ma a ben vedere cè una figura che potrebbe garantire il prosieguo della sua agenda e, nello stesso tempo, tenere compatta la maggioranza. Quelluomo è Giancarlo Giorgetti. La Lega, infatti, non potrebbe non votare il primo premier leghista della storia della Repubblica. Fi e Italia Viva seguirebbero a ruota, i 5Stelle voterebbero anche il Cavaliere pur di salvare legislatura e prebende e il Pd lettiano, eternamente incastrato nel suo ruolo di partito della responsabilità, ingoierebbe il rospo in silenzio. Insomma, tutto torna: con Draghi al Quirinale, Giorgetti potrebbe essere l'uomo giusto per tenere incollata questa maggioranza. Tutto torna, certo, ma cè un unico problema: in politica 2+2 non fa quasi mai 4 Buon anno a tutti!