La proposta avanzata al ministro della Giustizia dal presidente del Consiglio nazionale forense, Andrea Mascherin, è chiara: costituire un tavolo per la riforma del processo penale e della giustizia coinvolgendo le minoranze, interne ed esterne, per un progetto di ampio respiro indipendente dalle alternanze di governo. Un tavolo, afferma l’ex ministro e deputato Enrico Costa, al quale Forza Italia si siederebbe senza remore alcuna, partendo, però, da un punto fermo: la necessità di congelare la riforma sulla prescrizione. «Siamo sempre stati aperti al dialogo - spiega al Dubbio - e non avremmo problemi a confrontarci sulle idee. Ma non credo che accadrà».

Onorevole, l’avvocatura ripropone l’idea di un tavolo tecnico e politico con il ministro Alfonso Bonafede per il processo penale. Sareste d’accordo ad avviare una discussione su questi temi?

Noi abbiamo sempre chiesto a Bonafede di poter portare il nostro contributo e le nostre idee. Il ministro, però, non ci ha mai convocati e non ha mai sentito il bisogno di ascoltare le nostre posizioni, che sono poi state trasfuse in proposte di legge. Ma è ovvio che se venissimo chiamati avremmo delle cose da dire e delle proposte da portare avanti. Dubito che lo farà, perché più volte abbiamo evidenziato di avere delle idee, secondo noi costruttive, ma non sono state mai prese in considerazione.

Siete dunque senz’altro disponibili al dialogo?

La precondizione è questa: togliere dal tavolo del diritto e dai codici la riforma Bonafede. Ne abbiamo chiesto la cancellazione perché doveva entrare in vigore a condizione che ci fosse la riforma del processo penale. Come sappiamo, questa riforma non c’è stata e ciononostante Bonafede ha chiesto comunque l’entrata in vigore della norma. Abbiamo anche un emendamento al milleproroghe che prevede una sospensione della riforma sulla prescrizione fino a che non venga approvata quella del processo penale. Per il momento portiamo avanti la nostra proposta di legge, ma ovviamente se il ministro Bonafede arrivasse a congelare, come noi avevamo già chiesto ma non ha mai voluto fare, la riforma, non avremmo problemi. Vedo che una parte della maggioranza lo chiede, ma dubito che il ministro sia disponibile a ragionare su questo. Per il momento, andiamo avanti con la nostra proposta. Se saremo convocati, come sempre abbiamo fatto, porteremo le nostre idee, certi però che non verranno minimamente prese in considerazione.

Non è fiducioso, dunque.

No, però noi abbiamo sempre accettato il dibattito con il ministro. In tema di riforma del processo penale, abbiamo depositato una proposta sulla prescrizione processuale, perché è necessario dare dei tempi che siano certi e chiari a ciascuna fase del giudizio. Il processo è fatto di persone e non si può pensare di accelerarlo togliendo le garanzie, indebolendo le impugnazioni o, per esempio, recuperando documenti e atti delle indagini preliminari che non siano, di fatto, ribaditi davanti al giudice in dibattimento. Penso che tutte le garanzie, per la persona che intende portare delle prove a sua difesa, siano elementi imprescindibili del processo. Mi pare, invece, che le tesi del ministro e di Davigo siano che se una persona è chiamata a rispondere in un processo è già mezza colpevole. La presunzione di innocenza non c’è. Di fatto, viene data una grande importanza alle indagini preliminari e una scarsa rilevanza all’attività istruttoria del processo.

E come bisogna intervenire invece sul processo penale?

Con una forte depenalizzazione. Siamo sempre stati contrari all’implementazione del piano penalistico: oggi tutto è incentrato su quello, ma non è pensabile. È necessario agire a livello organizzativo, perché abbiamo tribunali dove tutto funziona benissimo, i tempi vengono rispettati, non ci sono sanzioni ex legge Pinto né prescrizioni, e tribunali con lo stesso organico e gli stessi tassi di criminalità che, invece, presentano problemi. Vuol dire che è anche un aspetto manageriale e di organizzazione. Bisogna curare il motore della macchina e non tagliare i freni.

Materialmente, cosa va modificato?

Ci devono essere personale adeguato e magistrati ed evitare che in questa autostrada della giustizia ci siano degli ingorghi dovuti al fatto che tante questioni e tanti processi siano per fatti che non meriterebbero una rilevanza penalistica. Un tavolo con le parti tecniche Bonafede lo ha già fatto e non mi pare che l’esito delle bozze del disegno di legge siano di pieno recepimento delle proposte. Certo, qualcuna è stata accolta, ma alla fine ha fatto di testa sua.

Da qui la necessità di un confronto anche politico, come proposto da Mascherin.

Serve anche la volontà politica. L’atto formale di sedersi attorno a un tavolo va bene, ma serve anche l’atto sostanziale di dare valenza alle proposte che giungono. Se io leggo che per l’ex ministro Orlando una proposta giusta, se giunge dall'opposizione, è comunque da respingere, allora non partiamo col piede giusto. Non so come si svilupperà la dinamica della maggioranza, che è composita e con diverse sensibilità, noi continueremo a portare avanti le tesi che sosteniamo da sempre.