Massimo Cacciari commentando l’elezione di Elly Schlein alla segreteria del Pd, spiega che ora «deve dare una visione chiara su contenuti veri come il fisco, l’immigrazione, l’Europa, la guerra» perché «in campagna elettorale su questi argomenti si è sentita solo aria fritta, mentre oggi si tratta di cuocere qualcosa». E lancia un invito a Schlein: «mi auguro - dice - che si prenda tutti i rischi possibili, perché è giovane, è donna e non ha niente da perdere».

Professor Cacciari, in quale direzione andrà il Partito democratico con la nuova segretaria Elly Schlein?

È prematuro saperlo. Bisognerà capire soprattutto come si collocheranno quelli che, certamente non prevedendo tale risultato, sono risultati sconfitti nella contesa. Nel gruppo dirigente infatti ben pochi prendevano l’affermazione della Schlein, e ora occorre capire la posizione che assumeranno alcuni importantissimi capi del Pd che hanno in mano regioni come Puglia e Campania. Aldilà della lealtà di Bonaccini, insomma, ci sono varie incognite.

Una di queste è il rischio di un travaso di elettori moderati verso Renzi e Calenda?

Beh è possibile, ma dipende se la sirena di Renzi e Calende sarà abbastanza potente da attrarre chi si dovesse sentire in imbarazzo nel nuovo Pd oppure no. Le incognite sono tante e dipenderanno da quali posizioni la segretaria assumerà su alcuni temi fondamentali. Ricordiamoci che la campagna elettorale è una cosa, governare un partito un’altra.

Prima o poi dovrà anche decidere quali alleanze portare avanti, e sulla base di quali programmi: crede che l’intesa con il Movimento 5 Stelle sia possibile?

In teoria è tutto possibile, ma oltre a decidere se costruire un’intesa con i Cinque Stelle, dovrà anche stabilire quale tipo di rapporto tenere con Renzi e Calenda e che tipo di opposizione fare al governo Meloni. Deve dare una visione chiara su contenuti veri come il fisco, l’immigrazione, l’Europa, la guerra. In campagna elettorale su questi argomenti si è sentita solo aria fritta, mentre oggi si tratta di cuocere qualcosa.

Crede che lo zoccolo duro del Pd, quel venti per cento circa di voti, continuerà a votare per il partito a prescindere dalla segretaria o l’eventuale radicalizzazione del Pd porterà delle conseguenze?

Penso che gli elettori “storici” del Pd sono gli stessi che sono andati a votare per Elly Schlein e quindi continueranno a votare Pd. La base sociale di Schlein è quella degli elettori simpatizzanti del Pd, cioè coloro che risiedono nelle grandi città, nei centri urbani, nelle cosiddette ztl. Non si è determinato alcun allargamento, si è semplicemente ribadito che il Pd ha una propria consistenza in queste aree del territorio ed esclusivamente al Nord.

Crede che sia possibile un allargamento in futuro della base sociale del Pd?

Schelin deve cercare di fare una politica attrattiva nei confronti dei ceti medi indeboliti in modo drammatico, dei lavoratori dipendenti, degli operai, dei disoccupati. Deve fare qualcosa di concreto per questi settori della popolazione che da anni non votano più a sinistra, altrimenti corre il rischio di rompere con quella parte del partito che già ora guarda a Renzi e Calenda. Ma d’altra parte se si barcamena e continua a gestire un partito privo di ogni identità e strategia perde ogni credibilità nel giro di qualche mese. Prendere delle decisioni significa recidere con quell’oligarchia che attualmente dirige il Pd o lo ha diretto finora.

E che però, almeno in parte, l’ha sostenuta, basta pensare a Franceschini. Come se ne esce?

Certamente è stata sostenuta da personaggi che rappresentano tutto e l’opposto di tutto, come Franceschini. Mi auguro però che Schlein si prenda tutti i rischi possibili, perché è giovane, è donna e non ha niente da perdere. Mi auguro che riesca a fare una vera opposizione al governo Meloni, perché finora non è stata fatta. O meglio, è stata fatta solo sul tema dell’antifascismo, ma è ridicolo. Serve un’opposizione seria sui contenuti assumendo posizioni decise su temi delicatissimi come il reddito di cittadinanza, l’occupazione, la politica fiscale, con l’obiettivo di recuperare risorse per i ceti meno abbienti. Vedremo, sarà dura.