Secondo l'onorevole
Alfredo Bazoli, capogruppo Pd in commissione Giustizia alla Camera, «occorre assolutamente accelerare su tutti i temi che riguardano la giustizia». Il Capo della Stato
Sergio Mattarella, quale Presidente del
Csm, «è stato tempestivo e rigoroso nel denunciare, usando parole inusualmente dure, le storture del funzionamento della magistratura e nel sollecitare un profondo rinnovamento anche di natura normativa». Un messaggio alle Camere, come fece
Napolitano? «Ha tutti gli strumenti per pungolarci». Sui risultati del referendum dell'Anm: «Ne prendiamo atto ma decidiamo in autonomia». Per qualcuno Mattarella non ha denunciato o agito abbastanza in merito alla crisi di credibilità che ha investito la magistratura, per altri invece ha agito e parlato nei momenti necessari. A me pare, come pure conferma l'articolo che lei ha scritto domenica, che Mattarella sia stato tempestivo e rigoroso nel denunciare,
usando parole inusualmente dure, le storture del funzionamento della magistratura e nel sollecitare un profondo rinnovamento anche di natura normativa. Con il suo solito stile e modalità istituzionalmente corrette, Mattarella ha dimostrato di essere molto attento e sensibile alla necessità di una profonda riconquista di credibilità e fiducia dell'ordine giudiziario.
Nonostante questi moniti, c'è uno stallo politico. Non è grave il fatto che la politica dal 2019 non abbia raccolto i moniti del Presidente? Ricordiamo che il testo base della riforma del Csm è stato adottato ad aprile 2021.
Adesso, superato questo passaggio delicatissimo per la vita politica ed istituzionale del Paese, occorre assolutamente accelerare su tutti i temi che riguardano la giustizia, a partire dalla riforma del penale e civile: bisogna elaborare rapidamente i decreti delegati. Poi occorre mettere mano alle altre due ulteriori riforme, quella del Csm, visto che a luglio ci sarà il rinnovo della consiliatura, e quella dell'ordinamento penitenziario, concludendo il percorso iniziato nella passata legislatura. In ultimo vorremmo, anche se ci rendiamo conto che non sarà facile, che si aprisse una seria discussione per l'introduzione di una Alta Corte, che definisca le questioni disciplinari ed i ricorsi, anche in merito alle promozioni, che riguardano tutte le magistrature, anche quella amministrativa.
Una Alta Corte potrebbe evitare che Mattarella corra al plenum del Csm per limitare i danni, come accaduto con Curzio e Cassano.
La sua presenza ha rappresentato una ulteriore legittimazione della scelta del Csm di riconfermare i vertici della Cassazione, a seguito di una decisione del Consiglio di Stato che rischiava di aprire un ennesimo conflitto interno alla magistratura. Questo è un elemento in più che ci fa capire quanto sia opportuno e necessario dare vita ad un'Alta Corte che sottragga la magistratura a questo tipo di conflitto.
Tornando allo stallo della politica sulla riforma del Csm, ci sono le condizioni affinché Mattarella possa fare un messaggio alle Camere, come fece l'ex Presidente Napolitano in merito all'emergenza carcere.
Penso che il Presidente Mattarella abbia tutti gli strumenti formali ed informali per continuare a pungolare il Governo e il Parlamento a fare in fretta.
Lei intravede nei discorsi di Mattarella la sua contrarietà al sorteggio per i Consiglieri del Csm?
Il Presidente, essendo molto attento e sensibile, per la sua formazione giuridica e per i ruoli che ha ricoperto in passato, ai principi di natura costituzionale, credo che possa nutrire qualche perplessità sul sistema del sorteggio. Per quanto riguarda il Partito democratico, noi preferiremmo continuare a lavorare su sistemi elettorali diversi dal sorteggio, anche temperato. Quello che ha individuato la ministra Cartabia ci sembra una buona base di partenza, che potrà ricevere degli aggiustamenti anche significativi nel corso della discussione parlamentare, consapevoli comunque che la riforma del sistema elettorale non sia la panacea di tutti i mali, di tutti i vizi della magistratura. Però cominciamo a discuterne alla Camera, altrimenti continuiamo a parlare del nulla: occorre che le proposte della Guardasigilli arrivino rapidamente in Commissione.
Immaginando che la riforma della legge elettorale del Csm sia immediatamente applicativa, per tutto il resto si pensa ad una delega. Se non ci facesse in tempo ad esercitarla in questa legislatura, andrebbe tutto perso dopo le elezioni del 2023?
No, perché la delega può essere esercitata anche dal Governo successivo. Per farle capire meglio: il Governo gialloverde avrebbe potuto tranquillamente portare a termine la riforma dell'ordinamento penitenziario elaborata dal precedente Esecutivo; non lo fece, o meglio attuò solo una minima parte. Poi invece portò a termine la riforma delle procedure di insolvenza, con legge delega approvata della precedente legislatura.
Il referendum indetto dall'Anm la scorsa settimana dice tre cose: poca affluenza che fotografa un distacco dall'attività associativa, inaspettatamente il 42% dei votanti ha detto sì al sorteggio, la proposta Cartabia sul maggioritario esce estremamente indebolita. La politica cosa ne farà di questo quadro.
Prendiamo atto di questi risultati: quei 1700 voti a favore del sorteggio segnalano comunque una insoddisfazione dei magistrati rispetto all'attuale sistema e alla proposta di riforma. Dopo di che la politica ha la sua autonomia.