Gentile signora anonima di Peschiera Borromeo, lei, ci raccontano i giornali, è stata minacciata di querela per aver educatamente criticato l’amministrazione comunale definendola «ridicola» in un post su Facebook per via delle buche passate in secondo ordine rispetto alla segnaletica orizzontale. Il comandante dei vigili, Grossi, ha ammesso il blitz e preteso una lettera di scuse. La “ridicola censura” del sindaco nordista che manda i vigili per un commento social

Gentile signora anonima di Peschiera Borromeo, lei, ci raccontano i giornali, è stata minacciata di querela per aver educatamente criticato l’amministrazione comunale definendola «ridicola» in un post su Facebook per via delle buche passate in secondo ordine rispetto alla segnaletica orizzontale. Il comandante dei vigili, Claudio Grossi, ha ammesso il blitz: ha inviato a casa sua un agente invitandola a presentarsi in ufficio, ha sostenuto che il commento fosse “un po’ pesante” e che “sarebbe meglio scrivesse una lettera di scuse alla sindaca”.

Tipo: le faccio un’offerta che non può rifiutare. Lei, cara signora, forse intimorita ha obbedito scrivendo: “... accetti le mie scuse e prometto non succederà più». Ora l’aggettivo “ridicola” descrive perfettamente tutta la vicenda. Intanto è ridicolo sostenere che si tratti di un’offesa: avesse scritto che la sindaca è incompetente, una ladra, una poco di buono, allora si potrebbe capire.

Ma definire l’amministrazione “ridicola” significa solo che qualsiasi giudice, di fronte ad una querela siffatta, la archivierebbe senza perdere un secondo. E’ solo un giudizio e in questo Paese c’era la libertà di parola. Peggio è che la sindaca Caterina Molinari, eletta in una lista di centrosinistra, vanti d’aver già sperimentato azioni contro gli insulti social e sostenga impenitente: «Avremmo potuto fare una querela, così diamo la possibilità agli autori di correggere il tiro. Gli agenti a casa? A me sembra una cosa normalissima».

A noi no, per nulla. Come non era normale vedere la Digos o i pompieri scalare balconi per levare lenzuola o cartelli critici verso Salvini o la Lega, critici ma non scurrili e né offensivi, e tutto per non turbare il contorno di un comizio. L’azione ridicola sponsorizzata dalla sindaca somiglia troppo ad una minaccia: non ti querelo se chiedi scusa.

Un cittadino meno spaventato o arrendevole avrebbe consultato un avvocato e magari querelato lui polizia e sindaco per minacce. Comunque, mi permetta un consiglio, gentile signora anonima: si prenda una rivincita e una soddisfazione, venga qui a Roma, e poi sulle buche o sulla mondezza dica pure tranquillamente che l’amministrazione è ridicola. Le opinioni sono ancora libere e legittime, tutelate dalla Costituzione. Per par condicio, mica per altro.