Che la carenza dei Giudici di Pace a Prato fosse davvero grave lo aveva evidenziato la settimana scorsa il presidente del Tribunale toscano con una decisione clamorosa: bloccare il deposito dei ricorsi per decreto ingiuntivo presso la cancelleria del Giudice di Pace fino al 31 dicembre 2023.

Una decisione aspramente criticata dall’Organismo Congressuale Forense per la mancata condivisione con l’avvocatura locale. In una nota l’Ocf faceva rilevare, infatti che «l’Avvocatura è impegnata nell’ambito dei procedimenti di mediazione, di negoziazione assistita e di arbitrato; che è necessario garantire tutela a tutti i diritti e immediatezza nella risposta alla richiesta di tutela del credito, porrà in essere tutte le iniziative necessarie affinché venga attribuita alla competenza dell’Avvocatura la possibilità di emettere decreti ingiuntivi».

Proprio per discutere della questione si è svolto ieri un incontro fra il capo di Gabinetto del ministero di Giustizia, Alberto Rizzo, il presidente del Tribunale di Prato, Francesco Concetto Gratteri, il procuratore della Repubblica, Nicolosi Giuseppe Concetto e il presidente dell’ordine degli avvocati, Marco Barone.

In un comunicato di via Arenula si legge che «Il Ministero è fortemente impegnato ad affrontare le criticità degli uffici giudiziari, sia per quanto riguarda le carenze di personale che per quanto attiene le problematiche di tipo logistico segnalate dalle strutture». E, ovviamente, sulle problematiche inerenti alle carenze di organico del Giudice di Pace. Su questi temi il Ministero comunica di aver attivato un tavolo tecnico per rivedere le piante organiche, al fine di poter quanto prima intervenire sull’oggettiva carenza di forze a disposizione. In quest’ottica, 7 delle 540 unità di funzionari assunte il 2 marzo saranno assegnate nei prossimi giorni agli uffici di Prato.

Quella di Prato è una delle tappe inserite all’interno di un programma di incontri che il Ministero sta facendo già da alcuni mesi presso gli uffici giudiziari territoriali con l’obiettivo di ribadire la piena disponibilità ad avviare un dialogo proficuo finalizzato a raccogliere le istanze e a pianificare la risoluzione delle criticità analizzate.

A via Arenula c’è la consapevolezza dell’annosa carenza di personale su cui, tuttavia, si sta intervenendo con l’immissione in servizio, entro il 2023, di 5.000 unità di personale amministrativo, oltre alla stabilizzazione di 1.000 operatori, senza contare le altre assunzioni che sono previste dall’attuazione del Pnrr.

Quanto alle criticità logistiche, ad oggi ci sono 326 cantieri aperti presso gli uffici giudiziari per interventi edilizi, con uno stanziamento di 50 milioni di euro che riguardano ampliamenti, costruzioni e acquisti di nuovi immobili, oltre alla manutenzione ordinaria necessaria.