«L’intenzione di questo governo è riconsiderare le riduzioni che sono state fatte», ha dichiarato ieri pomeriggio il ministro della Giustizia Carlo Nordio durante il question time alla Camera. «Ritengo che sia giustificata - ha aggiunto - la preoccupazione sulla riduzione della giustizia di prossimità: abbiamo la possibilità di correggerne i difetti attraverso la digitalizzazione. Ma non è sufficiente, motivo per cui aderiamo all'idea di rivedere queste circoscrizioni».

Il tema della chiusura dei “piccoli” tribunali era stato sollevato dal deputato di Forza Italia Roberto Bagnasco. L’allora governo Monti, con la legge di Bilancio del 2012, aveva decretato la soppressione di 31 tribunali, 220 sedi distaccate, e circa 700 uffici del giudice di pace, con lo scopo di ottimizzare la spesa pubblica in un momento drammatico per il Paese. Erano i mesi, infatti, in cui lo spread aveva raggiunto livelli mai visti prima e si cercava di fare economia un po' ovunque, anche sulla giustizia. «Il risparmio ipotizzato non è stato conseguito e non è stato garantito neppure la celere definizione dei giudizi aumentando, al contrario, i disagi per cittadini e operatori del diritto e sottraendo, in troppi luoghi, importanti presidi della legalità rappresentati dalla presenza di un ufficio giudiziario», ha ricordato Bagnasco. Parole condivise da Nordio, che si è detto «perplesso sull'esito dell'operazione di spending review».

Al momento, comunque, il governo Meloni ha prorogato il rinvio delle ultime soppressioni in calendario, quelle di alcuni tribunali dell'Abruzzo e delle sezioni distaccate isolane (Ischia, Portoferraio, Lipari). Su quest'ultime, ad iniziare dall'isola “verde”, aveva già preso posizione nelle scorse settimane, manifestando contrarietà alla chiusura, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro (Fd'I). «Un'inversione di tendenza positiva: la giustizia di prossimità, più vicina al cittadino,

ha un valore che non può essere ignorato, anche in termini di efficienza del servizio giustizia stesso», è stato il commento soddisfatto di Bagnasco. «Abruzzo, Calabria, Campania, Toscana e Lombardia fanno fronte comune e chiedono al governo la revisione delle circoscrizioni giudiziarie e, quindi, la riapertura di alcuni presidi di giustizia, facendosi carico delle spese di gestione e di manutenzione degli immobili che saranno oggetto delle convenzioni da sottoscrivere con il ministero della Giustizia», ha ricordato, invece, il senatore Ernesto Rapani (Fd'I). «In questo solco - prosegue - trova naturale fondamento l'auspicabile riapertura del tribunale di Corigliano Rossano, barbaramente scippato al territorio attraverso la produzione di attestazioni assolutamente false».

Per la riapertura degli uffici giudiziari si procederà mediante un disegno di legge, già inserito nel collegato alla legge di Bilancio 2022 che è nel Documento di economia e finanza, licenziato questa settimana dal Consiglio dei ministri.