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CORRIDOIO TRIBUNALE MILANO
Criteri meno "stringenti" per quanto riguarda i requisiti dei candidati e "migliore" trattamento economico. Dopo il flop del bando per i 500 posti della "task force" chiamata a smaltire, facendo udienza solo da remoto, i processi civili pronti per la decisione ed attualmente pendenti che rischiano di non far raggiungere gli obiettivi del Pnrr, il governo ha dunque deciso di correre ai ripari con alcuni aggiornamenti previsti al dl 117 dello scorso 8 agosto, "Misure urgenti in materia di giustizia".
Il bando, fanno sapere dal ministero della Giustizia, oltre ad essere riaperto sarà anche “aggiornato" per allargare la platea dei possibili aspiranti, prevedendo al contempo un diverso e più allettante - si spera - incentivo economico. Le domande pervenute al Consiglio superiore della magistratura giovedì scorso, giorno ultimo per presentare la domanda, erano state solo 212.
La misura, contenuta come detto nel dl numero 117 dello scorso 8 agosto, "Misure urgenti in materia di giustizia", era stata pensata proprio per consentire il raggiungimento degli obiettivi Pnrr nel settore giustizia entro giugno 2026. In particolare, la riduzione del “disposition time” civile del 40 percento, del penale del 25 percento e dell’abbattimento dell’arretrato civile fino al 90 percento.
Per chi voleva far parte della task force da destinare ai 48 tribunali in sofferenza individuati dal Csm, era previsto un punteggio in più in caso di future domande di trasferimento o per un incarico direttivo, unito ad una indennità aggiuntiva da corrispondere in base al numero delle sentenze scritte.
Rispetto ai parametri previsti, l'indennità poteva essere aumentata fino al 60 percento se il magistrato fosse riuscito a scrivere oltre 50 sentenze nel semestre, per un importo dai 10mila ai 14mila euro lordi. Incentivo economico che, evidentemente, non era stato sufficiente per convincere le toghe a presentare la domanda.
Con le modifiche introdotte al dl, il cui voto finale in Senato per la conversione è previsto entro il prossimo 7 ottobre, si spera quindi di invertire la rotta e allargare la platea delle toghe. «In una situazione emergenziale come l'attuale, con il rischio quanto mai concreto di dover restituire a Bruxellesi soldi del Pnrr, si potrebbe pensare di far scrivere queste sentenze civili agli avvocati», suggerisce l'avvocata milanese Daniela Muradore, esperta di digitalizzazione e processi di informatizzazione nel settore giustizia. «Ovviamente con determinate condizioni», aggiunge l'avvocata, ricordando i tanti avvocati che già ora svolgono la funzione di giudice onorario di tribunale.
Nel nuovo testo, va detto, sarà possibile utilizzare i giudici di pace in supplenza dei giudici professionali quando emergano vuoti di organico. Nulla da fare, invece, riguardo la proposta di bloccare fino al 30 giugno 2026 le autorizzazioni ad andare "fuori ruolo”. L'emendamento, presentato da Enrico Costa, deputato di Forza Italia e componente della Commissione giustizia di Montecitorio, era stato ritirato a seguito del parere contrario del governo.
Stessa sorte aveva avuto l’emendamento, proposto a Palazzo Bachelet prima dell’estate del togato indipendente Andrea Mirenda e dal laico Michele Papa (M5S), affinché venissero eliminati, almeno sino al prossimo giugno, quando bisognerà rendicontare a Bruxelles l'attività svolta, gli sgravi che hanno molti magistrati e che vanno dal 50 percento fino al 100 percento dei carichi di lavoro.