Il Copasir nega il coinvolgimento di “soggetti” del nostro Paese. Ma spunta un altro dossier

C’è una data per fare chiarezza sulle rivelazioni dell’Intelligence degli Stati Uniti circa i soldi che dalla Russia sono arrivati negli ultimi anni nelle casse di partiti politici di almeno venti paesi nel mondo. Domani infatti si riunirà il Copasir, come annunciato dal presidente, Adolfo Urso, che è a Washington per alcuni incontri istituzionali. «Il Comitato si riunirà con l’audizione di Gabrielli ( sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Sicurezza della Repubblica, ndr) e in quella sede verificheremo, se le avremo, altre notizie in merito». Soldi russi ai partiti Domani si riunisce il Copasir ma Urso precisa: «L’Italia non è citata... per ora»

La politica si smarca, Salvini: «Stiamo parlando del nulla» E Meloni lo difende: «Non credo che la Lega sia coinvolta »

C’è una data per fare chiarezza sulle rivelazioni dell’Intelligence degli Stati Uniti circa i soldi che dalla Russia sono arrivati negli ultimi anni nelle casse di partiti politici di almeno venti paesi nel mondo. Domani infatti si riunirà il Copasir ( Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), come annunciato dal presidente, Adolfo Urso, che è a Washington per alcuni incontri istituzionali. «Il Comitato si riunirà con l’audizione di Gabrielli ( sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Sicurezza della Repubblica, ndr) e in quella sede verificheremo, se le avremo, altre notizie in merito», rassicurando sul fatto che chiederà alle autorità Usa a dare il prima possibile informazioni al governo italiano». Conferma della riunione arriva anche dalla vicepresidente del Comitato, Federica Dieni, secondo la quale «ci vuole prudenza, siamo in campagna elettorale e per questo motivo è bene fare chiarezza il prima possibile a livello interno», anche perché, ha sottolineato Dieni, «non abbiamo ancora contezza di nulla» Ma Urso ha specificato che «dalle notizie fornitemi dall’Autorità delegata che, a sua volta, si era immediatamente informata con i canali ufficiali, non risulterebbe che vi sia l’Italia» nell’elenco dei paesi coinvolti, anche se «le cose possono sempre cambiare». Secondo fonti americane Mosca, a partire dal 2014, anno dell’invasione della Crimea, avrebbe foraggiato con oltre 300 milioni di di euro partiti di venti paesi esteri nel tentativo di minare i processi democratici ma, secondo le stesse fonti, nel report non ci sarebbe «niente di specifico sull’Italia».

Sulla vicenda è intervenuta anche l’ambasciata russa a Roma, secondo la quale «siccome queste informazioni vengono diffuse dalle fonti americane, le devono commentare gli americani». Tuttavia, la sede diplomatica di Mosca ha aggiunto che «l’assenza di prove non convince» chiedendosi poi «che cosa sarebbe questo se non uno sfrontato tentativo di manipolare l’opinione pubblica alla vigilia delle elezioni». Un commento che non lascia spazio a interpretazioni o a fughe di notizie ma che di fatto non smentisce la notizia. Notizia che è entrata di prepotenza negli ultimi dieci giorni di campagna elettorale e che per questo viene maneggiata con cura dai partiti nostrani.

«Il dossier potrebbe non essere uno e non esistono affermazioni di assoluta certezza - ha commentato il ministro degli Esteri e leader di Impegno civico, Luigi Di Maio - L’intelligence Usa quando pubblica un dossier del genere è perché lancia un allarme e dal 2014 a oggi è un periodo impressionante: dobbiamo fare una commissione d'inchiesta per capire se ci sono relazioni economiche, finanziarie o politiche tra partiti italiani e Putin, che è quello che ci fa scoppiare le bollette».

Ma è Matteo Salvini, leader della Lega, a difendersi con maggior veemenza dagli attacchi dovuti al rapporto tra il Carroccio e il partito di Putin, Russia Unita. «La Lega non hai mai chiesto e preso nulla da Mosca», ha spiegato il numero uno di via Bellerio sottolineando che «più che alto tradimento prendere finanziamenti dall'estero è illegale», in riferimento a Guido Crosetto, fondatore di Fratelli d’Italia e ora fuori dalla politica, che aveva utilizzato l’espressione «alto tradimento» per descrivere l’atteggiamento degli eventuali riceventi del denaro russo. «Mai preso soldi da nessuno, ma vorremmo mettere soldi nelle tasche degli italiani - ha aggiunto Salvini - Mi stupisce che a sinistra, anziché parlare di lavoro e tasse, tirino in ballo russi e fascisti». Per poi minacciare di querela chi associa il nome suo e del Carroccio alla vicenda. E se Giuseppe Conte parla di «trasparenza» del Movimento 5 Stelle, a difendere l’ex ministro dell’Interno è anche la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, fiduciosa che «la Lega non risulterà» nell’elenco, perché «sono mesi che lo sentiamo dire, ma non c'è niente di concreto». Secondo Meloni «facciamo un sacco di dibattiti su cose che non esistono», tuttavia «è importante sapere se le scelte che alcuni fanno sono convinte o se sono imbeccate da qualcuno». Questo perché, prosegue la leader in pectore del centrodestra, «sappiamo come la Russia abbia tentato in questi anni di aumentare la sua sfera di influenza economica, politica, e di avvicinare osservatori». Richiesta di chiarimenti arriva anche da Forza Italia, con il coordinatore nazionale e numero due del partito, Antonio Tajani, mentre dal Pd parla il responsabile sicurezza del partito, Enrico Borghi. «Sarebbe auspicabile - ha detto l’esponente dem - che chi ha responsabilità istituzionali si esprimesse nelle sedi competenti e opportune, senza giungere a conclusioni affrettate che rischiano di alimentare anziché spegnere la confusione sul tema».