Sea Watch ferma. «Le autorità e la Guardia di finanza ci hanno garantito che avremo una soluzione molto presto».

Salvini contro la Sea Watch. Ipotesi muro al confine est

Carola Rackete, giovanissima comandante tedesca della Sea Watch ferma a un miglio dal porto di Lampedusa, accoglie a bordo i giornalisti arrivati in gommone insieme ad alcuni parlamentari del Pd e di Sinistra italiana e spiega le ragioni delle sue decisioni.

Mentre scriviamo, i naufraghi sono ancora bloccati in mare e la comandante fa di tutto per rompere l’isolamento.

Perchè in Italia

«Ieri ho deciso di varcare le acque territoriali italiane dopo avere atteso 14 giorni fuori. Non avevo scelta», afferma.

La rotta sull’Italia è stata dettata da ragioni geografiche: il nostro è «il Paese più vicino» cui chiedere un porto sicuro.

Ma Carola dice di averlo chiesto senza successo anche all’Olanda, alla Germania, alla Francia e alla Spagna.

«Non c’è una soluzione politica e tutte le richieste sono state negate», aggiunge la comandante che poco prima ha tentato di forzare il blocco con una manovra improvvisa, stoppata subito dalle motovedette della Guardia di finanza.

Situazione critica a bordo

All’alt intimato dai militari, Carola Rackete ha spento i motori e ha desistito dall’intento di portare a terre i 42 naufraghi soccorsi ormai due settimane fa.

«La situazione a bordo è critica soprattutto dal punto di vista psicologico e abbiamo diversi passeggeri che hanno un stress post traumatico: e quindi dobbiamo arrivare a terra al più presto», prosegue la responsabile della Sea Watch.

La delegazione della sinistra

Ad ascoltare la sua versione dei fatti ci sono anche Graziano Delrio, Davide Faraone, Matteo Orfini, Riccardo Magi e Nicola Fratoianni.

I parlamentari saliti sulla nave per esercitare le «prerogative ispettive» riservate agli eletti.

«A bordo abbiamo trovato una situazione insostenibile, è necessario che i 42 naufraghi sbarchino al più presto», dice Delrio, a capo della delegazione dem.

«È intollerabile che un suo ministro permetta tutto questo. Il governo italiano sta agendo al di là delle regole», prosegue il capo dei deputati del Pd.

E il ministro in questione, Matteo Salvini, non si fa pregare per rispondere a Delrio via Facebook: «Senza vergogna.

Quelli del Pd stanno sempre dalla parte sbagliata: contro gli italiani», scrive il titolare del Viminale.

L'appello a Conte

All’esponente del Pd non resta altra scelta che rivolgersi direttamente a Giuseppe Conte: «Il presidente del consiglio ha il dovere di intervenire immediatamente per porre fine a questa assurda situazione che sta minando la credibilità e il prestigio del nostro paese nel mondo».

Ma il capo del governo, appena arrivato in Giappone per il G20, non sembra affatto intenzionato a dissociarsi da Salvini su un tema così delicato.

Sul caso della Sea Watch «mi sembra che le cose siano molto chiare: c’è una comandante che si è assunta una grave responsabilità e si è posta volontariamente in una situazione di grave necessità», commenta Conte, magari puntando a portare il tema dei migranti al tavolo della trattativa con l’Ue sulla procedura d’infrazione.

Sospetto confermato dalle parole dell’altro vice premier che, intervistato da Bruno Vespa, mette in evidenza proprio il fallimento di Bruxelles.

«Vedo molta ipocrisia», ri- sponde Di Maio in merito alla Sea Watch. «Nessuno parla dei 300 sbarcati a Lampedusa attraverso i barchini. Dobbiamo prendere atto del fatto che l’Europa ha fallito e noi reagiamo di conseguenza», aggiunge, usando toni salviniani.

LA CRISI CON L’OLANDA

Fare la voce grossa con gli altri Paesi dell’Unione però non sempre porta ai risultati sperati. O almeno così accade con l’Olanda, la cui bandiera “sventola” sulla Sea Watch.

Amsterdam «si assume la sua responsabilità in quanto Stato di bandiera» della Sea Watch 3, ma «questo non significa che si prenderà i migranti», dice la sottosegretaria olandese responsabile per l’Immigrazione, Ankie Broekers- Knol, mandando su tutte le furie Salvini, che sbotta: «Sull’Olanda apriamo una questione perché se dà ragione a una sua nave dicendo che se ne frega sapremo comportarci di conseguenza.

Con il governo olandese non finisce qui», è la minaccia del vice premier.

A Lampedusa arrivano altri migranti

E pazienza se, per 42 disperati bloccati fuori dal porto, in due giorni siano sbarcate più di 100 persone a bordo di imbarcazioni di fortuna.

Per il ministro dell’Interno la guerra alle Ong «è una battaglia di principio», dice Salvini, prima di improvvisarsi sceriffo: «Mi pongo l’obiettivo di una multa da 50mila euro alla Ong, del fermo e del sequestro della nave, dell’arresto o dell’espulsione degli equipaggi e dell’allontanamento dall’Italia degli immigrati a bordo», è la “condanna”.

SOLIDARIETÀ ALL’ONG

Almeno da un punto di vista economico, però, le parole di Salvini non spaventano l’equipaggio della nave.

Per tutelare Carola Rackete, la comandante della Sea Watch, su Facebook è partita una raccolta fondi di solidarietà per coprire la quasi certa multa e le spese legali. E in meno di 24 ore si è andati parecchio oltre il tetto di 50 mila euro previsto inizialmente dagli organizzatori: quasi 200 mila euro.