Il processo di digitalizzazione e accelerazione avviato con la Riforma Cartabia incontra già il primo intoppo. La Corte di Cassazione, con uno degli ultimi atti firmati dal primo presidente Pietro Curzio, fa sapere infatti che “per indisponibilità del sistema informatico”, di cui non sono state ancora “sviluppate le relative funzionalità” non è possibile al momento effettuare il deposito dei verbali di udienza con modalità telematiche.

Un’innovazione prevista dal decreto legge numero 13 del 24 febbraio all’articolo 35 (“Disposizioni in materia di digitalizzazione del processo civile e degli atti processuali”), comma 3, le cui disposizioni hanno effetto a decorrere dal 1 marzo 2023, contestualmente all’entrata in vigore del nuovo processo civile, anticipata di quattro mesi rispetto alla data prevista.

La Suprema Corte dunque, con un provvedimento pubblicato sul sito istituzionale della Cassazione, “autorizza il deposito cartaceo dei verbali di udienza sino alla data di adeguamento del sistema informatico, di cui verrà data successiva comunicazione”, come previsto dall’articolo 196-quater, comma quarto, secondo cui “il capo dell’ufficio autorizza il deposito con modalità non telematiche quando i sistemi informativi del dominio giustizia non sono funzionanti e sussiste una situazione di urgenza, dandone comunicazione attraverso il sito istituzionale dell’ufficio”.