Gli investigatori del Centro operativo della Dia di Firenze e Milano si sono presentati mercoledì a casa di Marcello Dell’Utri per eseguire un decreto di perquisizione disposto dai procuratori aggiunti della Procura di Firenze, Luca Turco e Luca Tescaroli, e dal sostituto procuratore Lorenzo Gestri, nell’ambito dell’inchiesta su eventuali concorrenti esterni delle stragi mafiose del 1993. Gli agenti hanno ispezionato anche gli uffici dell’ex senatore di Forza Italia in via del Senato a Milano, sequestrando elementi utili alle indagini. Per Dell’Utri è stato fissato un interrogatorio che si terrà a Firenze martedì 18 luglio.

Già condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, Dell’ Utri è indagato dalla Procura di Firenze perchè secondo loro avrebbe istigato e sollecitato i boss Filippo e Giuseppe Graviano «ad organizzare e attuare la campagna stragista e, comunque, a proseguirla, al fine di contribuire a creare le condizioni per l’affermazione di Forza Italia, fondata da Silvio Berlusconi, al quale ha fattivamente contribuito Dell’ Utri, nel quadro di un accordo, consistito nello scambio tra la realizzazione prima, da parte di Cosa nostra, di una campagna stragista, e poi, a seguito del favorevole risultato elettorale ottenuto da Berlusconi, a fronte della promessa da parte di Dell’ Utri, che era il tramite di Berlusconi, di indirizzare la politica legislativa del Governo verso provvedimenti favorevoli a Cosa nostra in tema di trattamento carcerario, collaboratori di giustizia e sequestro di patrimoni, ricevendo altresì da Cosa nostra l’appoggio elettorale in occasione delle elezioni politiche del marzo 1994».

Le stragi del 1993 a Roma, Milano e Firenze, secondo la Procura di Firenze sarebbero servite «per indebolire il governo Ciampi» che in quel momento era alla guida del Paese, ed avevano l’obiettivo di «diffondere il panico e la paura tra i cittadini, in modo da favorire l’affermazione del progetto politico di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri». «L’accordo stragista», per i magistrati Tescaroli, Turco e Gestri, avrebbe avuto uno scopo politico, in particolare il mancato attentato allo stadio Olimpico di Roma che doveva uccidere decine di carabinieri in servizio il 23 gennaio 1994, fortunatamente fallito: i pm fanno notare nel decreto notificato a Dell’Utri che il fallito attentato si colloca tre giorni prima dell’annuncio ufficiale di Berlusconi di scendere in campo.

«La Procura di Firenze guidata da Luca Turco sostiene che le stragi di mafia del 1993 fossero finalizzare a sostenere Silvio Berlusconi – ha twittato Matteo Renzi – Siamo oltre il ridicolo. Questa Procura insegue la visibilità mediatica dei processi politici ma nel frattempo decide di non sgomberare un hotel abusivamente occupato da cui scompare una bambina di cinque anni. Lo stesso ufficio che anziché occuparsi dei reati commessi a Firenze nel 2023 sogna di riscrivere la storia di trent’anni fa. Mai vista una Procura più delegittimata e squalificata: inseguono il fantasma di Berlusconi e non toccano il racket delle occupazioni abusive. Ma non si rendono conto che sta diventando imbarazzante prima che incredibile?»