«Grazie a tutti quelli che ci hanno dato fiducia», la tedesca Ska Keller, candidata di punta dei Verdi per il nuovo Parlamento Europeo, usa parole sobrie e secche ma non nasconde che il risultato delle formazioni ecologiste a livello continentale è andato ben oltre le più rosee previsioni e si parla già di “Onda verde”.

Durante una conferenza stampa organizzata al Parlamento europeo, ancora a caldo dopo il voto, la parlamentare verde riconosce che il successo elettorale impone «anche una grande responsabilità, tradurre in azione quello che la gente ci ha chiesto, come la protezione del pianeta e la lotta per le libertà civili».

Ska Keller parla dopo che i numeri mostrano una geografia dell’Europarlamento mutata, il gruppo verde passa dai 50 seggi della scorsa legislatura ai 69 di quella appena nata. E’ chiaro che il gruppo ambientalista potrà far sentire il suo peso in maniera significativa. Al successo europeo hanno contribuito le performance, in primo luogo, dei “grunen” tedeschi, il 20.8% li proietta al secondo posto dopo la Cdu, un raddoppio netto dei consensi che consente ai Verdi di Germania (Die grunen 90) di scavalcare i socialdemocratici della Spd e di relegarli come terza forza ben lontana dai precedenti livelli.

Ma gli elettori del “vecchio continente” si sono mostrati sensibili alle tematiche ambientaliste anche in altre nazioni. In Francia il partito verde (Europe- Ecologie les Verts) a sorpresa ottiene il 12.8% dei voti, la formazione politica guidata da Yannick Yadot scavalca la destra dei Repubblicains ma anche socialisti e France Insoumise di Melenchon. In Belgio i “groen” hanno portato a termine una lunga marcia iniziata nei primi anni ‘ 80 e ora possono guardare il frastagliato panorama politico del loro paese dall’alto di un ottimo 15%. Sorprendente anche l’ 11% fatto registrare dai verdi inglesi e da quelli irlandesi del Green Party con il 9%. E’ presto per azzardare analisi e capire le ragioni dell’affermazione “verde”, ma qualche elemento comune è già possibile ravvisarlo.

Innanzitutto la forte impronta europeista che ha contribuito a fermare l’avanzata “populistanazionalista”, poi programmi ecologico- sociali che hanno convinto soprattutto i giovani.

Per tutti vale il dato della Germania, il 34% degli elettori nella fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni ha votato i Verdi. Una nuova consapevolezza o il timore per il futuro sembra percorrere l’Europa delle nuove generazioni, l’attivismo di Greta Thumberg e la rivolta di Extinction Rebellion forse potevano essere considerati i segnali del risultato delle urne.