La Cassazione due notti fa ha annullato con rinvio la sentenza di appello che aveva condannato a 24 e 22 anni Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth per l’omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega. Per Elder l’appello bis dovrà valutare la correttezza della applicazione delle circostanze aggravanti: avere ucciso un esponente delle forze dell’ordine e avere commesso il reato di omicidio per ottenere l’impunità dalla tentata estorsione relativa allo zainetto. Inoltre dovrà essere valutata la sussistenza del reato di resistenza a pubblico ufficiale. Il tema è precisamente quello se Elder avesse compreso di fronteggiare dei carabinieri o meno. I nuovi giudici non potranno utilizzare gli stessi argomenti delle prime due sentenze e quindi la difesa partirà da una situazione di vantaggio.

Per Gabriele Natale Hjorth invece l'annullamento con rinvio riguarda l'accusa di concorso in omicidio, aspetto sempre contestato: il ragazzo non sapeva che Elder avesse un coltello e non si è reso conto della colluttazione tra l’amico e Cerciello Rega. Alla lettura del dispositivo i familiari di Cerciello sono rimasti dignitosamente in silenzio, si è udito solo quale flebile ‘nooo’ di delusione.

LE REAZIONI DEGLI AVVOCATI

Per Roberto Borgogno, legale del carabiniere Varriale, «c’è stato un semplice giudizio di rinvio durante il quale si dovrà discutere di quelle parti che la sentenza di secondo grado non ha definitivamente risolto. Ma per quanto concerne la posizione di Elder la sentenza è passata in giudicato su tutti i reati da lui commessi, compreso quindi l’omicidio. Bisognerà rivalutare solo le aggravanti. Dal mio punto di vista la sentenza aveva alcune carenze ma nell’appello bis si ridiscuterà tutto. Io sono assolutamente convinto che queste contraddizioni potranno essere superate anche in conformità con quello che aveva stabilito la sentenza di primo grado e che i fatti si sono svolti nel modo in cui ha detto Varriale, a differenza degli imputati che hanno clamorosamente mentito».

Le difese dei due americani per ora si dicono soddisfatte. «Dal primo minuto in cui abbiamo esaminato le carte processuali abbiamo capito che Elder non aveva assolutamente capito di trovarsi davanti a due carabinieri. Quell'intervento è stato anomalo», ha detto l’avvocato Renato Borzone che ha aggiunto: «Non è questo il momento dei trionfalismi, attendiamo di leggere le motivazioni e ribadiamo il nostro assoluto rispetto per la perdita e il dramma della famiglia Cerciello. L’unica cosa che ci tengo a dire è che per la prima volta troviamo un giudice che non ha stravolto gli argomenti della difesa e che ha fornito l’indicazione di voler andare a fondo sulla ricerca della verità. Mentre in precedenza questo non si è voluto farlo nel nome di una presunta e aprioristica veridicità attribuita ad alcuni esponenti dell’Arma dei Carabinieri».

Il co-difensore Roberto Capra: «Siamo soddisfatti per l'annullamento della sentenza. Ci sarà un nuovo processo sul cuore della vicenda se i carabinieri si siano o meno qualificati come appartenenti alle forze dell'ordine. E questo apre lo spazio a una nuova quantificazione della pena». Per Francesco Petrelli, difensore di Natale, «si tratta di un annullamento che censura la motivazione proprio sul concorso di Gabriel Natale nell’omicidio, questione che avevamo posto al centro delle nostre critiche dimostrando la insussistenza di prove che potessero porsi a fondamento di una decisione di condanna».

Il suo collega Fabio Alonzi: «la pronuncia della Corte ci permetterà di dimostrare finalmente la completa estraneità di Natale al fatto commesso da Elder, così come abbiamo sostenuto fin dall’inizio di questo procedimento». Sconfessata dunque la requisitoria della Pg Loy che aveva detto: «I ricorsi delle difese hanno già avuto risposte logiche e congrue in appello e ripropongono ricostruzioni alternative e giudizi di fatto insindacabili in Cassazione».

LE REAZIONI DEGLI IMPUTATI E FAMILIARI

«L’altra sera ho atteso fino a tarda notte senza avere notizie. Questa (ieri, ndr) mattina avevo paura di svegliarmi e quando ho appreso la notizia sono scoppiato in lacrime – queste le parole di Gabriel affidate ai suoi legali - . È la prima volta dopo quattro anni di detenzione che ho provato una sensazione di sollievo anche se so che il cammino per ottenere la libertà è ancora lungo. Sono felice per me e per la mia famiglia che in tutto questo tempo doloroso non mi ha mai abbandonato. Ho sempre creduto che qualcuno prima o poi avrebbe ascoltato le mie ragioni e ho sempre avuto fiducia nella giustizia di questo Paese che ora sento come una mia seconda casa. Voglio anche ringraziare i miei avvocati che mi sono stati sempre vicini e mi hanno sostenuto dandomi fiducia. Non voglio neppure dimenticare la famiglia del brigadiere Cerciello cui mi sono sempre sentito vicino, sicuro che la mia innocenza non possa essere ragione del loro dolore».

Sua madre Heidi dice al Dubbio: «Sono enormemente sollevata dalla decisione della Corte e per sempre grata al nostro team legale instancabile. Questa decisione dà a mio figlio Gabriel e a tutti coloro che lo amano una speranza che la verità venga fuori. Allo stesso tempo provo estrema tristezza per tutta la storia e come ha influenzato così tante vite. Ho il massimo rispetto per la famiglia di Cerciello Rega e non riesco a immaginare il dolore che hanno sopportato tragicamente dal quel 26 luglio. Ma mio figlio non ha fatto male a nessuno. Quella notte i destini di tre famiglie si incrociarono nel modo peggiore e non doveva finire così. Gabriel è stato finora accusato ingiustamente del suo coinvolgimento, e per fortuna la Corte ha riconosciuto che il nostro caso non è tutto bianco o tutto nero».

«Finalmente emerge la verità, si poteva capire da subito cosa era successo»: queste invece le parole che Finnegan Lee Elder ha detto ai suoi avvocati che lo hanno incontrato ieri in carcere. Il giovane americano si è detto “contento” della decisione della Cassazione. «Non sapevo che Cerciello fosse un carabiniere», ha ribadito Elder.