«La riforma della giustizia non si può fare in uno, due, tre mesi, capisco l'impazienza degli elettori e anche dei lettori per quello che può sembrare un ritardo, ma quando si formula una legge nuova anche una virgola deve essere calibrata, altrimenti ne cambia il senso». Lo ha annunciato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ospite di “Che tempo che fa” su Raitre.

«Entro la fine di maggio proporremo il primo pacchetto di riforme che sarà in senso garantista, che significa enfatizzazione della presunzione di innocenza e certezza della pena una volta che la colpevolezza è stata accertata dal giudice, che non significa necessariamente carcere. In seconda battuta le riforme costituzionali che fanno parte del programma di questo Governo e che richiedono tempi più lunghi, come la separazione delle carriere e la riforma del Consiglio superiore della magistratura» prosegue il ministro della Giustizia.

Quanto alle intercettazioni sono «un mezzo fondamentale per le indagini» e la riforma che sarà nel pacchetto previsto per la fine di maggio riguarderà «i terzi. Se Tizio parla con Caio e cita Sempronio» quest'ultimo «è senza difesa e il suo nome può finire sui giornali senza che possa interloquire. I delinquenti tanto più sono delinquenti, tanto più partono dal presupposto di essere intercettati e quindi se Tizio e Caio citano Sempronio, molto spesso è perchè vogliono che Sempronio sia compromesso, perché sanno di essere intercettati. Allora uno degli obiettivi di questa riforma è di evitare che i terzi estranei al processo vengano comunque coinvolti con un vulnus terribile per la loro onorabilità e talvolta anche per la loro salute».