Alla Giustizia Nordio e al Mef Giorgetti

Dopo un’ora di dialogo col presidente della Repubblica, Giorgia Meloni si presenta davanti alla stampa con la lista dei ministri pronta e confezionata. Nessuna sorpresa: il leghista draghiano Giorgetti al Mef, Nordio alla Giustizia, Tajani e Salvini vicepremier e via dicendo. Meloni però ci tiene a sottolineare la rinascita del ministero della famiglia e della natalità, nonché quello del sovranismo alimentare.

GIACOMO PULETTI E PAOLA SACCHI Un draghiano al Mef e Salvini ai porti È il governo Meloni

Incarico accettato senza riserva: 24 i ministri, di cui 6 donne Tajani e Salvini vicepremier, Giorgetti al Mef, Fitto al Pnrr

Giorgia Meloni giurerà oggi alle 10 nel Salone delle Feste del Quirinale come prima presidente del Consiglio donna nella storia della Repubblica.

«Siamo pronti», ha detto Meloni dopo il colloquio in mattinata con il capo dello Stato, Sergio Mattarella, che si è preso qualche ora per convocarla di nuovo al Colle e affidarle l’incarico di formare il nuovo esecutivo. Convocazione puntualmente arrivata a metà pomeriggio, dopo che il presidente del Consiglio uscente, Mario Draghi, aveva appena concluso il Consiglio europeo a Bruxelles.

Il faccia a faccia con Mattarella è durato oltre un’ora, poi Meloni ha accettato l’incarico senza riserva, com’era nell’aria, comunicando la lista dei ministri. Sono 24, di cui 5 a testa a Lega e Forza Italia e gli altri tutti in quota Fratelli d’Italia, tra esponenti di partito e tecnici d’area. Quindici i ministri con portafoglio ( cioè con un proprio budget di spesa), nove quelli senza ( cioè il cui budget di spesa dipende da palazzo Chigi). Nove anche i senatori, il che potrebbe significare un problema per il centrodestra vista la maggioranza non amplissima a palazzo Madama. Sei le donne, diciotto gli uomini. Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio sarà l’ex magistrato Alfredo Mantovano. Meloni sarà affiancata da due vicepresidenti del Consiglio: Antonio Tajani, che sarà anche ministro degli Esteri; Matteo Salvini, che sarà anche ministro delle Infrastrutture.

Il partito di Silvio Berlusconi porta a casa anche l’Ambiente e la Sicurezza energetica, con Gilberto Pichetto Fratin, le Riforme istituzionali, con Maria Elisabetta Alberti Casellati, il ministero della Pubblica amministrazione, con Paolo Zangrillo, e quello dell’Università, con Anna Maria Bernini.

Il Carroccio si prende invece gli Affari regionali e le Autonomie, con Roberto Calderoli, le Disabilità, con Alessandra Locatelli, il ministero dell’Economia, che va a Giancarlo Giorgetti, e quello dell’Istruzione e del Merito, con Giuseppe Valditara.

Tra gli altri ministeri, spicca quello per le Politiche del mare e per il Sud, affidato a Nello Musumeci, e quello per l’Agricoltura e la Sovranità alimentare, che sarà in mano a Francesco Lollobrigida. Cambia nome anche il Ministero delle Infrastrutture, che diventa ministero delle Imprese e del Made in Italy, affidato ad Adolfo Urso.

«Cinque anni insieme per cambiare l’Italia», ha detto Salvini subito dopo le parole di Meloni allegando una foto con la nuova presidente del Consiglio. Di «contributo decisivo e qualificato» che darà Forza Italia ha parlato Berlusconi.

Dalle opposizioni, il leader di Azione Carlo Calenda ha fatto gli auguri a Meloni, sottolineando che «avere una presidente del Consiglio donna che si è battuta con coraggio per arrivare a palazzo Chigi con le sue sole forze è comunque un grande cambiamento per l’Italia». Diverso l’approccio del segretario del Pd, Enrico Letta. «Dopo aver ascoltato lista, nomi e denominazioni del governo - ha twittato il leader dem - dico ancora più convintamente opposizione, opposizione, opposizione: l’unica novità una premier donna». Sulla stessa linea il messaggio del leader M5S, Giuseppe Conte, che ha parlato di «preoccupazione» per alcune nomine e di un’opposizione «intransigente e senza sconti». Dopo aver letto la lista dei ministri, Meloni ha chiamato Draghi e ha poi avuto un colloquio con il presidente del Senato, Ignazio La Russa, e con quello della Camera, Lorenzo Fontana.

Breve il messaggio rivolto ai giornalisti dal presidente Mattarella. «Questa volta il tempo per la formazione del nuovo governo è stato breve - ha ragionato il capo dello Stato - È stato possibile per la chiarezza dell’esito elettorale ed è stato necessario procedere velocemente anche in considerazione delle condizioni interne ed internazionali che esigono un governo nella pienezza dei suoi compiti». Mattarella ha ringraziato Draghi, spiegando che «il governo uscente nei tre mesi esatti dalla data di scioglimento anticipato delle Camere ha fatto fronte alle esigenze di guida del Paese, concludendo la sua attività con il Consiglio europeo». Infine, il messaggio all’esecutivo entrante. «Rivolgo con lo stesso spirito di collaborazione gli auguri di buon lavoro al nuovo governo che - ha concluso - con il giuramento, inizierà a svolgere i suoi compiti». Domani il passaggio di consegne con Mario Draghi a palazzo Chigi. Subito dopo, il primo Consiglio dei ministri dell’era Meloni.