«La riforma della prescrizione è un intervento di settore inutile e sostanzialmente dannoso» e il “lodo Conte” «è una soluzione sbagliata perché il processo deve avere la ragionevole durata per tutti: per l’imputato, per chi è assolto, per le parti offese. È uno dei tanti compromessi al ribasso della politica sulla giustizia, che ormai fa le riforme sulla base dei sondaggi e non dell’interesse del sistema giustizia per il cittadino», ha detto il presidente del Cnf, Andrea Mascherin, nel corso della trasmissione Studio 24, su Rainew24. Il presidente ha sottolineato come «la lunghezza dei tempi del processo si affronta con investimenti in strutture e personale, poi si può poi intervenire sugli aspetti procedurali».

Quanto alla polemica sui presunti strumenti dilatori utilizzati dalla difesa, «quasi il 70% delle prescrizioni avviene in fase di indagine preliminare quando gli avvocati non toccano palla, e il residuo 30% nelle fasi dibattimentali. Se l’avvocato chiede un rinvio la prescrizione si blocca, se chiede cento testimoni il giudice può ammetterne uno anche nessuno. Ripeto: non esiste nessuno strumento dilatorio tecnicamente percorribile dagli avvocati».