LA DENUNCIA DI SVIATOSLAV SHEVCHUK

«Le persone vengono deportate in Russia con la forza come ai tempi di Stalin, i loro passaporti vengono confiscati, gli vengono rilasciati documenti temporanei e le persone vengono portate nell’isola di Sakhalin, nell’estremo oriente della Russia, e non sono autorizzati a lasciare quel luogo di esilio per due anni. Vediamo esattamente quello che accadeva durante il periodo di Stalin quando intere nazioni furono deportate dalle loro terre: la stessa cosa sta accadendo oggi sul suolo ucraino». Lo denuncia l’arcivescovo di Kiev Sviatoslav Shevchuk citando l’impossibilità di aprire corridoi umanitari: «Mariupol, divenuta famosa in tutto il mondo, continua a difendersi. In essa, però, in questi giorni non è stato possibile consegnare nessun aiuto umanitario. Nella giornata di ieri non è stato aperto alcun corridoio umanitario, il che significa che molte persone nelle città e nei villaggi circostanti non avevano niente da mangiare, morendo di fame, e non solo per i proiettili dell’invasore». Quindi il nuovo appello a schierarsi a favore dell’Ucraina: «Invito il mondo intero a schierarsi in difesa del nostro popolo affinché gli ucraini possano vivere nella loro terra natale e nessuno li possa rendere schiavi, voglio rivolgere un appello a tutti coloro che sentono la voce dell’Ucraina anche fuori: ’ Non abbiate paura di fare del bene! Non lasciare che il diavolo vi intimidisca per sviarvi dal sentiero della giustizia cristiana e universale. Oggi la Russia minaccia tutti coloro che vogliono fare del bene all’Ucraina. Non abbiate paura! Non abbiate paura di fare del bene! Non abbiate paura di essere solidali con coloro che soffrono! Perché il bene ha il suo potere che vince sempre».