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Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Consiglio superiore della magistratura «non possono sindacare 'l’attività di interpretazione di norme di diritto e quella valutazione del fatto e delle prove». Così il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, Giuseppe Santalucia «in merito alla iniziativa disciplinare del Ministro della giustizia contro i componenti del collegio della Corte di appello di Milano che nel novembre 2022 disposero, nella procedura di estradizione per gli Stati uniti di America del cittadino russo Uss – evaso a mesi di distanza – la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico».
«Da quanto leggo - precisa Santalucia - l’addebito disciplinare muove censure al merito della decisione, contesta gli apprezzamenti dei fatti operati dal Collegio giudicante e non pare focalizzare l’attenzione sui profili di potenziale responsabilità disciplinare che, secondo la legge, sono costituiti esclusivamente dalla negligenza inescusabile che conduca alla violazione di legge, al travisamento dei fatti, all’adozione di provvedimenti privi di motivazione o con consentiti né previsti dalla legge».
«Lo strumento disciplinare - continua il numero uno dell'Anm - non può tener luogo degli ordinari mezzi di impugnazione e far confusione su questo piano di netta distinzione sarebbe quanto mai dannoso» e «grave se questo limite, argine a tutela della autonomia e della indipendenza della giurisdizione, fosse stato superato. Mi auguro, ovviamente - conclude - che così non sia».