La votazione che proprio non ti aspetti. E infatti, dopo che il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Fabio Pinelli ha letto l’esito del ballottaggio, 15 a 15, è calato un silenzio irreale nella sala del Plenum. Ribaltando le previsione della vigilia, Palazzo deri Marescialli ha nominato ieri pomeriggio Filippo Spiezia nuovo procuratore di Firenze.

Il magistrato, 60 anni di origini campane, attuale rappresentante italiano presso Eurojust, ha battuto Ettore Squillace Greco, procuratore di Livorno e toga considerata vicina a Magistratura democratica. La nomina arriva a anno di distanza dal trasferimento di Giuseppe Creazzo a Reggio Calabria come sostituto presso la Procura dei minori dopo la vicenda delle accuse di molestie alla pm di Palermo Alessia Sinatra.

Il voto di ieri, come detto, è stato al cardiopalma, con il Consiglio che si è spaccato in modo clamoroso. Decisiva, per il rappresentante italiano a Eurojust, è stata la preferenza accordata da Pinelli: in caso di parità, il regolamento prevede che il voto del vicepresidente valga doppio. Ieri è stata la prima volta che Pinelli, indicato come componente laico in quota Lega, ha votato per una nomina. A favore di Spiezia, poi, tutti i laici di centrodestra, il laico di Italia viva Ernesto Carbone, che ha compattato i voti dei colleghi, il pg della Cassazione Luigi Salvato e l’intero gruppo di Magistratura indipendente, con l’eccezione del pm di Palermo Dario Scaletta che si è astenuto.

Per arrivare alla nomina sono state necessarie due votazioni. Nella prima Spiezia non aveva raggiunto la maggioranza: i 15 voti ricevuti non erano sufficienti, a fronte degli 11 ricevuti da Squillace e dai 4 ottenuti dalla terza candidata, Rosa Volpe, ex procuratrice aggiunta a Napoli e sino a poco tempo fa reggente dell’ufficio requirente partenopeo. Si è reso dunque necessario il ballottaggio, dove i voti di chi aveva sostenuto Volpe sono confluiti tutti su Squillace: per lui, allora, le preferenze di tutti i consiglieri di Area, Md, Unicost, dei togati indipendenti Andrea Mirenda e Roberto Fontana, e dei laici di Pd e M5s. Si è astenuta «con rammarico» la presidente della Cassazione Margherita Cassano, per ragioni di opportunità, avendo ricoperto prima di approdare a piazza Cavour l’incarico di presidente della Corte d’appello di Firenze.

Spiezia è stato per 17 anni pm a Salerno e per 5 anni ha fatto parte anche della Direzione distrettuale antimafia. Successivamente ha prestato servizio presso la Procura nazionale antimafia, dove ha coordinato l’intero settore internazionale. Dal 2015 è rappresentante nazionale a Eurojust, di cui è stato anche vicepresidente dal 2017 al 2020.

Alla sua nomina si è giunti dopo un ampio dibattito durato l’intero pomeriggio sull’interpretazione della circolare sugli incarichi direttivi. Tra i candidati era l’unico a non aver mai ricoperto né incarichi direttivi né semidirettivi, come previsto dall’articolo 18 del Testo unico sulla dirigenza. Ma a far pendere il piatto della bilancia dalla sua parte, secondo chi lo ha sostenuto, l’ampia esperienza internazionale e di coordinamento che ha svolto anche alla Procura antimafia (come in passato successo per Franco Lo Voi a Palermo).

Spiezia assume la guida della Procura di Firenze in un momento molto difficile per l’ufficio. A breve è attesa la pronuncia della Consulta sul conflitto che il Senato ha sollevato nei confronti dei pm in relazioine al procedimento Open per aver acquisito sms, email e messaggi whatsapp di Matteo Renzi senza chiedere preventivamente l’autorizzazione al Parlamento. Senza contare la nuova inchiesta sui mandanti delle stragi di mafia del 1992-93, con Silvio Berlusconi, recentemente scomparso, e Marcello Dell’Utri che erano stati iscritti nel registro degli indagati.

Chiusa la pratica Firenze ora il Csm dovrà occuparsi del vertice della Procura di Napoli, dopo che a maggio dello scorso anno Giovanni Melillo è diventato il capo della Direzione nazionale antimafia. Oggi è in programma la discussione nella Commissione direttivi sui candidati da proporre al plenum. La scelta sarà tra i cinque concorrenti che erano stati ascoltati in audizione. In pole sicuramente Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro. Nella rosa ci sono anche i procuratori Francesco Curcio (Potenza), Giuseppe Amato (Bologna), Aldo Policastro (Benevento) e Rosa Volpe, la cui presenza ha spinto la Commissione ad aspettare il voto su Firenze prima di prendere in mano il dossier Napoli.