«Alfredo Cospito, detenuto da oltre 10 anni e sottoposto dal maggio scorso al regime di cui all'art. 41 bis O. P, ha iniziato da quasi tre mesi uno sciopero della fame teso a denunciare - fino alle più estreme conseguenze -il trattamento penitenziario recentemente inflittogli, incontrando in questo percorso il sostegno di tutti coloro che continuano a credere nei principi costituzionali, nello Stato di diritto e nella inderogabile difesa della dignità umana». Lo scrive in un comunicato il Consiglio Direttivo della Camera Penale di Roma.

«Per questo la Camera Penale di Roma è al suo fianco, insieme agli autorevoli giuristi ed ai numerosi colleghi che hanno già avuto occasione di rilevare l'assurdità del provvedimento emesso a suo carico, invocando da ultimo un immediato intervento di buon senso da parte del Ministro della Giustizia» proseguono i penalisti capitolini.

«Nessun pericolo e nessuna emergenza possono infatti legittimare una surrettizia trasformazione della funzione della pena, la quale deve restare sempre ancorata ai principi costituzionali a prescindere da ogni valutazione tecnica del Questore o del Tribunale di Sorveglianza» conclude la Camera Penale di Roma.