Una legge sulla gestazione per altri altruistica che preveda precisi paletti, come già avviene in altri Paesi quali l’Inghilterra e il Canada. È la risposta dell’Associazione Luca Coscioni sulla maternità surrogata, che la maggioranza vuole dichiarare reato universale con due proposte di legge presentate da Fratelli d’Italia e Lega e incardinate giovedì scorso in commissione giustizia.

«Siamo di fronte a un attacco senza precedenti in questo Paese. Non si può punire in Italia qualcosa che non è reato all'estero, questa è una forma di ignoranza normativa. Non esiste praticabilità giuridica», sostiene Filomena Gallo, avvocata e tesoriera dell’Associazione. «Abbiamo proposto la gravidanza per altri solidale – spiega Gallo -, che prevede un accordo lecito in cui la gestante ha un ruolo centrale e il percorso viene effettuato con una valutazione medica e psicologica. Alla fine di questo percorso si può giungere all’accordo di gestazione per altri». «Il testo - prosegue Gallo - prevede la possibilità di revoca fino al trasferimento in utero, la polizza per possibili problemi che possono insorgere anche dopo la gravidanza, un registro nazionale delle gestanti e che i rapporti tra coppia e gestante possano proseguire anche dopo, su accordo prestabilito. La gestante non può avere più di 42 anni e non può farlo per più di due volte e, soprattutto, non deve essere in stato di bisogno, deve essere economicamente indipendente. Rimane il divieto di gestazione per altri commerciale, già previsto dalla legge 40. Non sono ammesse azioni commerciali per l’uso del corpo».

Oltre 5mila i firmatari dell’appello per una legge presentato oggi in conferenza stampa insieme al tesoriere dell’Associazione Marco Cappato e le coppie di genitori che hanno intrapreso un percorso di Gpa all’estero. «Non siamo criminali», è il loro grido. «Ci piacerebbe che questo Paese riuscisse ad affrontare con più rispetto le storie delle singole persone e dei minori. Offese che derivano dalle istituzioni sono spade di Damocle che siamo costretti a schivare tutti i giorni. Legare la pedofilia a un percorso come la gestazione per altri è scellerato ed è disinformazione allo stato puro, è bullismo istituzionale», dice e Christian, papà insieme a Carlo di due bambini nati tramite Gpa.

In Italia la pratica è vietata con la legge 40 del 2004: la norma sulla quale interviene la proposta di legge a firma Carolina Varchi (FdI) estendendo le pene previste (reclusione da tre mesi a due anni e la multa da 600.000 a un milione di euro) anche ai cittadini italiani che ricorrono alla Gpa in territorio straniero. Una «battaglia di civiltà», secondo la ministra per la Famiglia e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, che si aspetta «un’ampia convergenza» sulla proposta targata FdI.