Il Papa prega per i migranti. Nel sesto anniversario della sua visita a Lampedusa, il Pontefice celebra in San Pietro la messa per i migranti, gli scartati «che ogni giorno gridano al Signore».

Il monito del papa è chiaro: «Sono persone, non si tratta solo di questioni sociali o migratorie» e sottolinea come «i più deboli e vulnerabili» debbano essere aiutati, «una grande responsabilità, dalla quale nessuno si può esimere».

Il Papa a fianco delle persone

In un’omelia ricca di riferimenti biblici, il Papa ricorda che «i migranti sono prima di tutto persone umane, e che oggi sono il simbolo di tutti gli scartati della società globalizzata».

Alla celebrazione erano presenti circa 250 tra rifugiati, migranti e soccorritori mentre il coro era vestito di nero in segno di lutto per i migranti annegati.

«Sono gli ultimi ingannati e abbandonati a morire nel deserto; sono gli ultimi torturati, abusati e violentati nei campi di detenzione; sono gli ultimi che sfidano le onde di un mare impietoso; sono gli ultimi lasciati in campi di un’accoglienza troppo lunga per essere chiamata temporanea. Essi sono solo alcuni degli ultimi che Gesù ci chiede di amare e rialzare».

Le parole del sindaco di Lampedusa

Parallelamente, parla anche il sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello, che critica il governo: «Non mi pare normale che il governo non risponda mai», «Parlo con i rappresentanti in Europa, in Italia non risponde nessuno».

Il sindaco ha spiegato come «Non è normale che facciano affondare le barche dove i pescatori di Lampedusa vanno a pescare, subendo danni, e nessuno ci dice se c’è la volontà di aiutarli».

E denuncia anche l’operato della stampa: «Non voglio fare di tutta l’erba un fascio, ma ci sono giornalisti che hanno la precisa disposizione di non intervistare il sindaco», «per non dispiacere nessuno, perché disturbo la notizia del giorno».