«Auspico che magistrati ed avvocati abbandonino ogni forma di autoreferenzialità». Fabio Pinelli, vice presidente del Consiglio Superiore della magistratura, è intervenuto all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Consiglio nazionale forense, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, ed è tornato a sottolineare il ruolo “di servizio” che magistrati e avvocati svolgono nel “giusto processo”, previsto dalla Costituzione. Ricordando come il Csm, nella sua composizione, rappresenti una «effettiva osmosi istituzionale fra Avvocatura e Magistratura nell’interesse supremo dell’amministrazione della giustizia».

«L’avvocatura ricordi sempre che il sacrificio, con il prezzo delle loro vite, di Falcone, Borsellino, Chinnici, Livatino e di tanti altri, è stato compiuto per il perseguimento di un interesse generale dello Stato, per la tutela dei suoi valori democratici di legalità». «Avvocati e magistrati - ha sottolineato Pinelli - devono legittimarsi reciprocamente». 

Il vice presidente del Csm ha osservato infine che «il campo della comunicazione dev’essere prudentemente affrontato dagli operatori del diritto, ancora una volta per il bene comune della tutela della credibilità e dell’autorevolezza di tutti gli attori della giustizia. I valori in gioco nell’amministrazione della giustizia sono preziosi e devono essere preservati da un improprio trattamento mediatico». Perché «la giustizia mediatica è lo stravolgimento del giusto processo».