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C'è chi parla di funerale della libertà (Carlo Bonini su Repubblica) e chi, più semplicemente, di legge Bavaglio (Liana Milella sempre su Repubblica). Insomma, il sì all’emendamento Costa che vieta quel che dovrebbe essere normale, ovvero la pubblicazione dell’ordinanza di custodia cautelare, ha gettato nel panico mezza stampa italiana: naturalmente si tratta della metà che considera le garanzie un intralcio (sic!) al diritto di processare l’indagato a mezzo stampa.
E sì perché tra le pieghe di quei fascicoli si nascondono informative, intercettazioni e altre amenità che (troppo) spesso sono del tutto inutili ai fini dell’accertamento dei fatti, mentre sono assai utili allo sputtanamento dell'indagato.
La più provata è proprio Liana Milella - la maestra della giudiziaria italiana, questo le va riconosciuto - la quale è sinceramente sconcertata da una norma ideata e ottenuta dal “nemico giurato della cronaca giudiziaria”. E qui si parla di Enrico Costa, naturalmente, il parlamentare che ha fatto del garantismo una ragione di vita e che, passo dopo passo, sta provando a spostare sempre più in là il confine dei diritti di chi finisce tra le mani della giustizia.