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La sede del Csm
«Non sussistono elementi obiettivi che dimostrino che la mancata partecipazione non sia stata frutto di libera scelta dell’avvocato Natoli con conseguente piena ritualità delle singole procedure deliberative delibera». Dopo oltre un mese dall’istanza avanzata da Rosanna Natoli, la laica del Csm sospesa per aver incontrato privatamente una giudice sotto disciplinare, il Comitato di Presidenza ha cassato la richiesta di annullare in autotutela la nomina del procuratore di Catania Francesco Curcio, non ravvisando «la ricorrenza dei presupposti per riesaminare in sede di autotutela le delibere adottate dall’Assemblea plenaria del Consiglio superiore della magistratura nelle sedute (antimeridiana e pomeridiana) del 17 luglio 2024». Natoli aveva avanzato tale richiesta denunciando pressioni per non farla partecipare alla seduta, dopo che tra i consiglieri si era diffusa la notizia dell’audio depositato dall’avvocato Carlo Taormina e registrato da Maria Fascetto Sivillo, la giudice che Natoli aveva incontrato in privato. La laica in quota FdI aveva dichiarato di non aver partecipato al plenum a seguito delle «vicende che hanno turbato il corso dell’udienza della sezione disciplinare del 16 luglio 2024 - si legge nella delibera che verrà votata il 20 novembre - e che hanno in seguito condotto, alla successiva seduta plenaria dell’11 settembre 2024, alla sospensione della stessa avvocata Natoli dalla carica di componente del Consiglio ai sensi dell’art. 37 l. 24 marzo 1958 n. 195 sezione disciplinare».
Secondo Natoli, tutte le delibere di quel giorno «devono ritenersi viziate per la lesione del suo diritto alla partecipazione». L’avvocata di Paternò aveva infatti accusato i colleghi togati di averla «terrorizzata, forzata e violentata psichicamente», costringendola a non votare per la nomina del procuratore di Catania, di fatto cambiando, a suo dire, le sorti di quella decisione. Natoli avrebbe votato per Giuseppe Puleio, il cui curriculum, a suo dire, sarebbe risultato più completo. Ma complice la sua assenza e la non prevista assenza di un altro consigliere, Curcio ha vinto per un voto.
Natoli ha però denunciato pressioni da parte delle toghe progressiste per tenerla lontana dall’aula, sempre negate dagli altri consiglieri, chiedendo, dunque, di annullare le delibere. Il Comitato di Presidenza, nella seduta del 17 ottobre 2024, ha trasmesso a tutte le Commissioni l’istanza affinché ciascuna, per le parti di propria competenza, potesse esaminare la richiesta, dopo la diffida ad avere risposta avanzata dal difensore di Natoli, l’avvocato Vittorio Lo Presti, il 15 ottobre.
Diffida nella quale il difensore aveva inoltre evidenziato come nel caso di Natoli il Csm abbia usato la mano pesante, evitando invece di agire quando ad essere indagati erano due membri togati, ovvero Dario Scaletta e Maurizio Carbone, che «sono stati indagati, il primo, tra l’altro per gravi fatti, aventi notevole valore economico, commessi in favore del cognato - si legge nell’istanza del legale -. Fatto, questo, certamente assai più grave di quello realmente commesso dall’avvocato Natoli e non per come alla stessa farisaicamente contestato».
Fatti noti al momento dell’insediamento dell’attuale Csm, in quanto finiti sulla stampa, senza conseguenze sulla permanenza dei due magistrati in plenum. Tutte le Commissioni interpellate dal vicepresidente Fabio Pinelli hanno risposto evidenziando «che non sussistono i presupposti per il riesame in sede di autotutela delle deliberazioni», valutazione che il Comitato di Presidenza ha condiviso, dicendo dunque no a Natoli.