Il Consiglio di Stato ha confermato la nomina - decisa dal plenum del Csm il 7 aprile 2022 - di Marcello Viola come capo della Procura di Milano: respinto così, anche nel secondo grado di giudizio amministrativo, il ricorso presentato da Maurizio Romanelli, procuratore aggiunto nel capoluogo lombardo. Di fronte al Tar Lazio la nomina di Viola era stata impugnata anche da Giuseppe Amato, già procuratore di Bologna e il mese scorso nominato procuratore generale di Roma: nel procedimento di appello lui non c'era. Viola, originario di Cammarata (Agrigento), 66 anni, era assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia.

Nella sentenza che ha confermato la prima decisione, il Consiglio di Stato ritiene corretta la valutazione fatta dal Csm, che aveva riconosciuto la maggiore rilevanza delle funzioni direttive svolte dal procuratore milanese, considerando «di minor rilievo l'esperienza semidirettiva svolta dal dottor Romanelli presso la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo in ragione della sua durata, di poco superiore al biennio, della sua mancata sottoposizione al vaglio della procedura quadriennale di conferma e delle modalità del suo conferimento».

Anche l'incarico semidirettivo di procuratore aggiunto a Milano, dove Romanelli coordina il secondo dipartimento (delitti contro la pubblica amministrazione, reati tributari e societari) e coordina anche l'ufficio esecuzione della Procura, non è di per sé idoneo a superare le esperienze direttive vantate da Viola. «Per il parametro delle esperienze di rilievo ordinamentale - conclude il Consiglio di Stato - la prevalenza del dottor Viola è netta, visto il suo ruolo di componente di diritto (durato cinque anni) del Consiglio giudiziario di Firenze nella sua veste (ai tempi della nomina, ndr) di procuratore generale del distretto» del capoluogo toscano.