«Non c’è nessun reato di lesa maestà nel voler cambiare la nostra Costituzione, era riuscita in una sorta di miracolo a conciliare l'anima marxista con quella cattolica. La prima è morta, la seconda è  secolarizzata, è rimasto il liberismo». Lo ha detto ministro della Giustizia Carlo Nordio, intervenuto alla kermesse per i 10 anni di Fratelli d'Italia in piazza del Popolo a Roma. «Non c’è nulla di eretico e blasfemo nel volerla cambiare - ha sottolineato il guardasigilli - come tutte le cose umane le Costituzioni, nascono vivono e muoiono. Si cambiano e si possono cambiare sena essere blasfemi verso i nostri padri costituenti».

«La nostra Costituzione oggi è incompatibile con il nostro sistema giudiziario e con il diritto penale - ha spiegato il ministro Nordio - perché quando i nostri padri costituenti la scrissero avevano davanti un codice penale che era stato scritto venti anni prima e un codice di procedura penale inquisitorio. I padri adattarono le norme costituzionali al codice, mentre sarebbe stato opportuno il contrario. Quarant'anni dopo fu introdotto un codice di procedura penale diciamo liberale anglosassone».

Nordio ritorna sulla separazione delle carriere

«Noi oggi abbiamo una contraddizione insanabile - ha proseguito il ministro - abbiamo una costituzione ispirata ai principi del codice inquisitorio del

1930, abbiamo un residuo di un codice di procedura penale incompatibile con la costituzione. Quindi ora o cambiamo il codice e torniamo al Rocco o cambiamo la Costituzione. Occorre introdurre discrezionalità dell'azione penale, separazione delle carriere e definire i poteri del pubblico ministero che ha un potere esecutivo enorme senza avere responsabilità. Non è

solo un problema politico ma anche tecnico. L'importante è avere un sistema coerente».