L’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) esprime «perplessità sulle modalità del ventilato intervento legislativo volto all'innalzamento dell'età pensionabile». Secondo l'associazione dei magistrati, «da un lato, è doveroso evidenziare che un simile intervento non è concretamente utile per raggiungere lo scopo di colmare i rilevanti vuoti di organico della magistratura, poiché trattenere in servizio i magistrati più anziani non risolverà i problemi di scopertura degli uffici giudiziari di primo grado, e soprattutto di quelli più disagiati, dove normalmente prestano servizio solo magistrati di minore anzianità. Non può negarsi, per altro verso, che innalzare l'età pensionabile potrebbe rispondere in futuro alle esigenze di prolungamento della vita professionale conseguente all'innalzamento dell'età media di ingresso in magistratura, causata dall'esperienza, ormai superata, del concorso di secondo grado».

Tuttavia, l'Anm, «pur non manifestando - oggi come in passato - alcuna preconcetta contrarietà, chiede che scelte di questo tipo non vengano adottate, come è stato fatto almeno nell'ultimo decennio, con iniziative legislative estemporanee, ma all'esito di una riflessione più ampia sullo status dei magistrati, a cominciare dal loro ingresso in carriera, senza trascurare di considerare le complessive esigenze del servizio giustizia e la congruenza degli interventi rispetto agli obiettivi programmati. Ciò anche per evitare che simili misure - conclude la nota - se sottratte a una logica di sistema, possano apparire indirizzate a finalità differenti rispetto a quelle cui dovrebbero naturalmente essere rivolte».