È stata richiesta al Comitato di presidenza del Csm, da parte del laico di Italia viva Ernesto Carbone, l'apertura di una pratica a tutela dei magistrati della Corte d'assise e della Procura di Asti, che questa settimana sono stati oggetto di “espressioni denigratorie” a seguito della condanna del gioielliere Mario Roggero a 17 anni per aver ucciso, dopo averli inseguiti, due malviventi che avevano tentato di rapinarlo. «Ho richiesto l'apertura di una pratica a tutela essendo assolutamente necessario affrontare il tema dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura e del suo prestigio che, in quanto potere dello Stato, deve godere», sottolinea Carbone, stigmatizzando gli «esponenti della politica e alti funzionari dello Stato» che si sono scagliati in questi giorni contro le toghe piemontesi.

Pur senza citarli, nel mirino di Carbone ci sono il leader della Lega e vice premier Matteo Salvini, ed il generale-scrittore Roberto Vannacci, ormai lanciato in politica ed in polemica con il ministero della Difesa che, a dire il vero, sta gestendo in maniera quanto mai discutibile sia il suo trasferimento e sia il suo procedimento disciplinare per quanto scritto nel libro “Il mondo al contrario”.

«Piena solidarietà a un uomo di 68 anni che, dopo una vita di impegno e di sacrifici, ha difeso la propria vita e il proprio lavoro. A meritare il carcere dovrebbero essere altri, veri delinquenti, non persone come Mario», aveva detto Salvini dopo la condanna, telefonando il giorno successivo a Roggero per annunciargli «la riforma della giustizia». Vannacci, da parte sua, aveva annunciato che avrebbe utilizzato la popolarità acquisita per aiutarlo, dichiarandosi «disponibile a sostenere che la difesa è sempre legittima: mai a favore dei delinquenti e di chi non rispetta la legge».

Sul punto, comunque, la procura aveva chiesto il minino della pena per Roggero, dopo avergli riconosciuto le attenuanti generiche e la provocazione. Il procuratore di Asti, appassionato di Armi, e favorevole al diritto a possedere pistole e fucili, in una intervista aveva sottolineato che la «legittima difesa, modificata varie volte, è ora un enigma interpretativo». Cosa c’entri, dunque, la “riforma della giustizia» con la scriminante di un reato resta un mistero, spiegabile solo con la polemica politica in vista delle prossime elezioni europee.