“Chiunque, in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, si mostra nudo o compie atti osceni è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni”. È quanto si legge nella proposta di legge depositata dal viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d'Italia, lo scorso 13 ottobre 2022, nel giorno in cui si insediava il nuovo Parlamento dando il via alla XIX legislatura. Il disegno di legge, che interviene a modificare l'articolo 527 del Codice Penale in materia di atti osceni in luogo pubblico, prevede l'inasprimento delle sanzioni per chiunque sia autore di gesti non in linea con “la moralità pubblica”, con un riferimento specifico a “immigrati presenti a vario titolo sul territorio nazionale” e ai “signori clienti” delle prostitute.

Relativamente ai primi, il testo specifica: “Troppe volte apprendiamo dalle cronache locali, o vi assistiamo di persona, di immigrati che si aggirano per le strade nudi, ovvero si denudano, non curanti della presenza di altre persone, spesso anche di minori”. Quindi il documento si concentra sull'inasprimento delle sanzioni penali per chi si apparta con le prostitute sulle strade del Paese e non abbia “adottato specifiche cautele, come l'appannamento o la copertura dei vetri della vettura”.

Per Cirielli “l'applicazione di una mera sanzione amministrativa non è certo un deterrente per l'allarme sociale connesso alle condotte di immigrati che, non avvezzi ai costumi, alle consuetudini e alle norme etiche e giuridiche che regolano la convivenza civile nella nostra società e sradicati dagli ambienti di provenienza, compiono talora azioni oscene o degradanti nelle nostre città. Troppe volte, infatti, apprendiamo dalle cronache locali, o vi assistiamo di persona, di immigrati che si aggirano per le strade nudi, ovvero si denudano, non curanti della presenza di altre persone, spesso anche di minori”. Pertanto - argomenta l'esponente di Fdi - “al fine di contrastare in maniera più adeguata il degrado morale che affligge la nostra collettività e di rafforzare la sicurezza dei cittadini che rappresentiamo, sarebbe più efficace reprimere il fenomeno attraverso il ripristino di strumenti punitivi più incisivi rispetto a quelli previsti dalla norma vigente, frutto della depenalizzazione”. Fratelli d’Italia ricorda che il decreto legislativo 15 gennaio 2016 ha previsto la depenalizzazione di talune fattispecie di reato, trasformandole in illeciti amministrativi. L'attuale legge prevede che venga comminata una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 ad euro 30.000 nei confronti di chiunque compia atti osceni in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico (resta la fattispecie penale solo se la condotta è commessa all'interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori). Prima, invece, si applicava la pena della reclusione da tre mesi a tre anni.

L'altra proposta di legge assegnata alla Commissione Giustizia di Montecitorio, quella contro il reato di travisamento, fa innanzitutto riferimento alla disposizione legislativa che vieta “l'uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo”, in primo luogo in occasione di manifestazioni. Infatti, qualora il “mascheramento” avvenga in occasione di manifestazioni pubbliche, “il contravventore” è già punito con l'arresto da due a tre armi e con l'ammenda da 2.000 a 6.000 euro, tuttavia l'arresto in flagranza è facoltativo.

“I gravissimi episodi – evidenzia Cirielli - verificatisi a più riprese in occasione di manifestazioni pubbliche, durante le quali si sono verificati scontri e incidenti e si sono avuti anche feriti tra gli esponenti delle Forze di polizia a causa del comportamento di alcuni giovani all'occorrenza mascherati e protetti da caschi da motociclista, ha reso quanto mai attuale la questione relativa al trattamento sanzionatorio da irrogare”. Da qui l'obiettivo di prevedere per i 'trasgressori' “la reclusione da uno a quattro anni” e “la multa da 3.000 a 10.000 euro” e l’obbligatorietà dell'arresto in flagranza di reato.