La Procura di Milano ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta sui fondi russi alla Lega. Ad essere coinvolti tre italiani - il presidente dell'associazione Lombardia- Russia, Gianluca Savoini, l'avvocato Gianluca Meranda e l'ex banchiere Francesco Vannucci - e tre russi accusati di corruzione internazionale per l'incontro all'Hotel Metropol il 18 ottobre 2018, durante il quale sarebbe stata negoziata una grossa partita di petrolio fra Russia e Italia con cui finanziare il partito di Matteo Salvini.

L'inchiesta si è arenata per assenza di prove e riscontri e il tentativo di finanziare il Carroccio non avrebbe raggiunto alcuno «stadio di concretezza». La consegna ai giornalisti degli audio dell'incontro all'Hotel Metropol di Mosca è avvenuta per «motivi non chiariti», afferma la procura di Milano rispetto alla figura di Gianluca Meranda, l'avvocato con «ampia rete di relazioni, estesa anche ad ambienti istituzionali e massonici» che il 18 ottobre 2018 registrò l'appuntamento.

Da alcune intercettazioni inserite nella richiesta di archiviazione la procura di Milano arriva alla conclusione che l'attuale ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini, all'epoca dell'indagine vicepremier, «fosse a conoscenza delle trattative portate avanti» da Savoini, Meranda e Vannucci, «volte ad assicurare importanti flussi finanziari al partito, e del resto appare irragionevole ipotizzare che operazioni di tale portata potessero condursi senza un avallo dei vertici politici».

Tuttavia, «non sono mai emersi elementi concreti» sul fatto che il segretario della Lega abbia personalmente partecipato alla trattativa o fosse stato messo al corrente del proposito di destinare una quota della somma ricavata dalla transazione ai mediatori russi perché remunerassero pubblici ufficiali russi. Se dunque il numero uno del Carroccio non è mai stato indagato, la richiesta di archiviazione contiene alcune conversazioni in cui Salvini viene tirano in ballo. Il 19 febbraio 2019 (pochi giorni prima che la vicenda esplodesse sui giornali) Meranda teneva un incontro con professionisti italiani nel settore del commercio di prodotti petroliferi in cui si vantava degli affari: «Noi la Russia la frequentiamo pure un pochino e la frequentiamo

con diciamo l'attuale vice premier (...) per cui quando andiamo li diciamo i contatti sono più a livello politico...(...) dopo di che ci sono delle esigenze che devono essere trasformate in numeri (...) naturalmente perché l'esigenza politica poi». Il 14 aprile 2018 Vannucci informa Meranda di essere con un “Matteo” «che dal contesto e dalla reazione dell'interlocutore sembrerebbe identificabile nel segretario della Lega», mentre Meranda risulta aver incontrato il leader del Carroccio il 7 giugno presso l'Ambasciata della Federazione russa a Roma.

Più intensi i contatti con Savoini, suo ex portavoce, il 15 e 16 luglio 2018 Savoini torna in Russia, prendendo parte ad incontri ufficiali presso l'Ambasciata italiana a Mosca, in occasione della visita di Salvini all'omologo ministro dell'Interno Vladimir Kolokoltsev.

Il 17 luglio, non appena rientrato, Savoini ne riferiva a Vannucci, il quale a sua volta riportava a Meranda che registrava la conversazione. Vannucci: «La sera dopo c'è stata la cena... erano presenti e Kappa identificato verosimilmente in un imprenditore russo, ndr) è entrato nel ragionamento egli ha detto... “allora, Matteo, hai bisogno di una mano?”... “eh”... dice... “sì, sa tutto lui... non mi tenete nel mezzo... non mi chiamate... non fate il mio nome perché sono fottuto... però una cosa che mi va bene, a cui tengo particolarmente, perché per me è la tranquillità”... questo è quello che gli ha detto... e Kappa gli ha detto... “provvederemo”».

Lo stesso Vannucci commentava poco dopo: «Perché è un'operazione che interessa Emme... hanno avuto la copertura, hanno il cappello politico... lo sanno».