La Consulta si è espressa all’unanimità sulla questione di legittimità dell’articolo 580 del codice penale, i medici e la Cei sono insorte. Il tema dell’aiuto all’eutanasia, che la Corte Costituzionale ha ritenuto non punibile a determinate condizioni e dunque “assolto” Marco Cappato per aver accompagnato Dj Fabo in Svizzera, ha suscitato preoccupazione tra i vescovi italiani: «Speriamo in paletti forti. Non ci può stare bene quanto deciso ieri ed è anomalo che una sentenza così forte sia arrivata prima di un passaggio parlamentare», ha detto il segretario generale della Cei, monsignor Stefano Russo.

Sul fronte dei medici, invece, c’è stata la richiesta «di continuare a fare i medici. Per questo chiediamo al legislatore, che sarà chiamato a normare questa delicatissima materia, di sollevarci dal compito finale, affidando l’estremo atto, quello della consegna del farmaco, a un pubblico ufficiale», ha detto Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri ( Fnomceo).

Più dura, invece, la presa di posizione dei medici cattolici, con il presidente dell’Associazione medici cattolici italiani, Filippo Boscia, che ha commentato come «Di fronte a questa deriva eutanasica, e a questa violazione del diritto di alla dignità e alla tutela della nostra attività professionale e del nostro codice deontologico, penso che i medici dovrebbero fare obiezione di coscienza di fronte a ogni ipotesi di suicidio assistito. Noi non diamo la morte».

Secondo, Boscia, infatti, il codice deontologico dei medici «vieta esplicitamente suicidio assistito ed eutanasia, quindi penso che l’obiezione di coscienza sia assolutamente opportuna». Mentre sottolinea l’importanza, come del resto ha fatto anche la sentenza della Consulta, delle cure palliative, della cui legge deve essere «data finalmente applicazione, cosa che pretenderemo».