LA STORIA

Fino a poche settimane fa, Dima Gadomsky lavorava per lo studio internazionale Axon

Gli avvocati ucraini conservano la loro dignità e stanno dando prova di coraggio. Nelle città in cui è possibile svolgere un minimo di attività si recano ancora in Tribunale. Nei luoghi in cui le devastazioni dei bombardamenti sono all’ordine del giorno raccolgono le prove dei crimini di guerra, del genocidio e dei crimini contro l’umanità. Altri ancora hanno deciso di andare al fronte per difendere il territorio dall’invasione russa. Uno scenario inimmaginabile fino a poco tempo.

Sono tanti gli avvocati che, dopo aver riposto negli armadi le toghe, hanno deciso di trascorrere le giornate sulla prima linea del conflitto armato. Una scelta fatta senza tentennamenti anche da Dima Gadomsky, che ha scelto di raccontare le storie dei colleghi in mimetica e kalashnikov sul sito “Dead Lawyers Society” ( il nome è già tutto un programma). Il portale pubblica il diario di guerra dei legali ucraini. Gadomsky lavorava per lo studio internazionale Axon Partners, molto conosciuto in patria perché specializzato nel fornire assistenza legale alle aziende. Siamo riusciti a contattarlo durante una pausa.

Il primo pensiero lo rivolge alla sua famiglia, messa in salvo all’inizio dell’invasione, qualche giorno dopo il 24 febbraio scorso.

«Mia moglie e mia figlia – dice l’avvocato Gadomsky - sono partite per Varsavia. Hanno portato con loro anche il nostro cane. Io non potevo lasciare Kiev, dove si trova la mia casa. La capitale non è la città più sicura del mondo, ma qui mi sento bene e a mio agio, nonostante la situazione che può precipitare da un momento all’altro. Ci sono bombardamenti in continuazione. Una situazione ancora più grave la vivono gli abitanti di Kharkiv, dove, tra l’altro, anche Axon Partners ha un ufficio. Ormai qui i russi bombardano dalla mattina alla sera, molto più che a Kiev. Per non parlare della situazione ancora più drammatica a Mariupol, Kherson e Mykolaiv.

Tutti i nostri dipendenti di Axon Partners sono, da quanto ho appreso, al sicuro. Due persone si sono arruolate nelle forze armate, i collaboratori dello studio, circa la metà, lavorano come volontari, l’altra metà continua a fornire servizi legali. Cerchiamo di tenerci sempre in contatto e farci coraggio a vicenda. Anche tutti i membri della “Dead Lawyers Society” stanno bene per il momento». La scelta di difendere armi in pugno l’Ucraina non poteva ammettere indecisioni e rappresenta, secondo Gadomsky, un «gesto di giustizia». «Nessuno – afferma - conosce il numero esatto degli avvocati e dei magistrati arruolatisi. Noi della “Dead Lawyers Society” abbiamo fatto un sondaggio pochi giorni prima dell'invasione della Russia e dell’inizio dei bombardamenti. I risultati ci dicono che circa il 19% degli avvocati ha dato disponibilità ad entrare nelle forze armate. Ma, badiamo bene, stiamo parlando di una situazione prima dell'invasione e della guerra, quando molte persone, me compreso, non credevano davvero che i russi avrebbero iniziato a distruggere tutto entrando in Ucraina. La mia sensazione ora è che almeno il cinquanta percento degli avvocati stia facendo qualcosa per difendere l'Ucraina nei combattimenti, attività di volontariato, raccolta fondi, assistenza legale per i cittadini che vogliono lasciare il Paese».

I legali sin qui interpellati confermano l’impegno a ricercare prove dei crimini commessi dalla Russia da presentare davanti alle autorità giudiziarie internazionali. Questa circostanza viene confermata da Gadomsky. «La raccolta delle prove di crimini di guerra – evidenzia l’avvocato di Kiev – prosegue senza sosta. L'ufficio del Procuratore generale dell’Ucraina sta documentando i crimini di guerra per le responsabilità penali individuali, che successivamente dovranno essere addebitate davanti alla Corte penale internazionale.

Sono impegnati in questa direzione pure il ministero degli Esteri per quanto riguarda le responsabilità della Russia davanti alla Corte internazionale di giustizia e il ministero della Giustizia in riferimento alla competenza che avrà la Corte europea dei diritti dell’uomo. Sono davvero tanti gli avvocati che stanno aiutando le autorità preposte per documentare i crimini. L’impegno è notevole anche sul fronte del congelamento dei beni di persone e società russe. E le sanzioni giocano un ruolo molto fondamantale. La speranza è che in futuro ci possano essere dei risarcimenti per il popolo ucraino che stanno perdendo la casa e la vita. Conosco di persona quasi tutti gli alti funzionari impegnati a garantire giustizia e posso dire che sono orgoglioso del loro lavoro».

Lasciamo Dima chiedendogli se in futuro Vladimir Putin sarà giudicato davanti ad un Tribunale internazionale. «Non sono esperto di diritto internazionale – conclude –, quindi, non potrei fare delle previsioni.

La mia personale sensazione però è che l'attuale sistema non sia in grado di aiutare l'Ucraina fino in fondo. L'unica cosa che posso affermare con certezza è che la Russia verrà seriamente punita ( Gadomsky usa un’espressione più colorita che non possiamo riportare testualmente, nda) anche dalla comunità internazionale. Quindi, dentro e fuori l’Ucraina».