OGGI L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA. LA LEGA CAMBIA CANDIDATO: FONTANA AL POSTO DEL CAPOGRUPPOMOLINARI

Le richieste: Esteri a Tajani, Università a Bernini, Cattaneo alla Transizione ecologica

Silvio Berlusconi fa postare subito su Instagram una foto che lo ritrae pensieroso accanto a Ignazio La Russa, al quale esprime subito le congratulazioni per l’elezione alla presidenza del Senato e ricorda l’obiettivo di «dare con una collaborazione leale al nostro Paese un assetto istituzionale stabile e un governo forte e coeso». Ma l’elezione di La Russa ( cofondatore di FdI) allo scranno più alto di Palazzo Madama registra la spaccatura del centrodestra, con FdI e Lega da un lato che votano a favore e Forza Italia che invece, ad eccezione dello stesso Berlusconi e della presidente uscente del Senato Elisabetta Alberti Casellati, non partecipa alla votazione. L’ex premier e leader azzurro con il suo voto e quello di Casellati ha voluto dare «un segnale di apertura e collaborazione» al nascituro governo a guida di Fratelli d’Italia, ma al tempo stesso porre uno stop a nuovi «veti». Il “combattente”, già quattro volte premier, tornato ieri in Senato, dopo nove anni dalla sua estromissione per l’applicazione retroattiva della legge Severino, in seguito alla sentenza Mediaset, in sostanza avverte la premier in pectore che con il metodo dei veti «non si va avanti». Brucia quel no e poi no a Licia Ronzulli, sua stretta collaboratrice. E, quindi, Berlusconi prende atto che per lei non ci sarà un ministero. Ma ricorda anche, in una nota, che quel non voto da parte di FI esprime «il forte disagio per i veti espressi in questi giorni in riferimento alla formazione del governo». Conclusione: Berlusconi auspica che «questi veti vengano superati, dando il via a una collaborazione leale e efficace con le altre forze della maggioranza, per ridare rapidamente un governo al Paese». Il monito è chiaro: senza Forza Italia il governo di centrodestra non si fa perché FI rappresenta lo stesso centro della coalizione, altrimenti, come ha detto altre volte il leader azzurro sarebbe solo un governo di destra. Lasciando Palazzo Madama Berlusconi lancia anche una frase che suona un po’ sibillina rispetto ai voti in più con i quali La Russa è stato eletto, voti che secondo i calcoli non possono non venire dall’opposizione: «Sapevamo che Matteo Renzi avrebbe votato a favore di La Russa…». Ma il leader di Iv e Carlo Calenda di Azione seccamente smentiscono. E comunque sia, ora sta nella logica della politica che Berlusconi rilanci perché FI, praticamente appaiata alla Lega che ha però più parlamentari, abbia la centralità che rivendica. Quindi, non è inverosimile immaginare che il Cav rilanci sulla Giustizia, con la proposta di Elisabetta Alberti Casellati al primo posto ( o Francesco Paolo Sisto in alternativa) sull’Università con Annamaria Bernini, capogruppo dei senatori uscente e il ministero Energie- Transizione ecologia con Alessandro Cattaneo, capo dei dipartimenti di FI. E questo , mentre viene sempre dato in pole per gli Esteri, Antonio Tajani vicepresidente e coordinatore azzurro. Intanto, però un altro fatidico appuntamento attende il centrodestra questa mattina per l’elezione del presidente della Camera. Matteo Salvini annuncia in una nota ufficiale che il candidato per la presidenza della Camera è Lorenzo Fontana, suo vicesegretario e già vicepresidente di Montecitorio. Riccardo Molinari che era dato in pole per ricoprire il ruolo della terza carica dello Stato, invece, resta alla guida dei deputati. Per Salvini «è stato e sarà il miglior capogruppo possibile». «Ruolo - sottolinea il leader della Lega - per me politicamente più rilevante per i prossimi cinque anni». Intanto, nel corso di una riunione di ieri pomeriggio del leader e i vicesegretari ( Andrea Crippa oltre a Giorgetti e Fontana) Giorgetti «ha rimesso a Salvini la decisione per un eventuale incarico nel futuro governo di centrodestra», si afferma in una nota di Via Bellerio. Ritorna quindi a ballare la casella del Mef dove lo stesso Giorgetti, il cui nome era stato avanzato a sorpresa da FdI, fino a ieri sera era ancora in pole? L’ipotesi più plausibile è che la Lega, allergica a ritorni a metodi Draghi per la decisione dei ministri che invece intende scegliere il segretario del partito, sia ancora alle prese con una complessa trattativa con Meloni, per ottenere ministeri chiave, con la stessa centralità di quelli che rivendica FI. E il Viminale è sempre al primo posto, oltre alle Infrastrutture, l’Agricoltura, l’Autonomia.