Alfredo Cospito ha presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’Uomo (Cedu). Lo ha reso noto la stessa Corte all’ANSA. Nel ricorso – numero d'identificazione, il 10552/23 - Cospito afferma che è stato violato il suo diritto a non essere condannato per un crimine che al momento in cui è stato commesso non costituiva un reato in base alla legge italiana.

L’anarchico chiama in causa la sentenza 38184/22 della Corte di Cassazione. Secondo i suoi legali la qualificazione giuridica di quanto gli è stato contestato da parte degli Ermellini non era prevedibile alla luce della giurisprudenza nazionale esistente al momento dei fatti. Il caso riguarda la condanna per aver collocato nel 2006, insieme ad un altro membro della Fai, due ordigni ad elevato potenziale esplosivo nei pressi di uno degli ingressi della Scuola Allievi Carabinieri di Fossano, programmandone la deflagrazione in successione. Per caso fortuito, conseguivano all’attentato solo limitati danni alle cose.

Il giudice del merito – in primo, come in secondo grado – qualificava il fatto quale violazione dell’articolo 422 c.p. (strage “comune”) mentre la Cassazione riqualificava il fatto in strage “politica” ai sensi dell’art. 285 c.p.. Questo viene stigmatizzato nel ricorso, come ci ha spiegato l’avvocato Flavio Rossi Albertini “la giurisprudenza non prevedeva che le condotte ascritte potessero integrare il 285; si è trattato anche in questo caso di una dilatazione del perimetro applicativo”.