«La gente normale e la gente povera può stare tranquilla, non faremo mai niente contro di loro. Sono nostri fratelli. Ma per i ricchi e potenti scateneremo l'inferno, mettendo in gioco anche la nostra vita». Così l'anarchico Lello Valitutti davanti alla Corte di Cassazione a Roma, in attesa che si esprima sulla revoca del 41bis per Alfredo Cospito. «Abbiamo detto in tutti i modi che non vogliamo che Alfredo muoia, ora la gente conosce la sua situazione. Per questo ora è il momento della lotta e la gente capirà perché lottiamo». Cosa cambierà dopo la sentenza? «Scegliamo noi i tempi e i modi in cui agire. Non cadiamo in provocazioni. Aspettiamo e poi vediamo».

Presidio davanti alla Cassazione

«Lo Stato democratico con il 41 bis tortura» e «Fuori Alfredo dal 41 bis». Sono questi, al momento, gli striscioni degli anarchici arrivati davanti alla Corte di Cassazione per dare sostegno ad Alfredo Cospito.

A piazza Cavour, nella Capitale, sono presenti alcuni manifestanti controllati dalle forze dell'ordine. I giudici della Suprema Corte sono chiamati a decidere sul ricorso presentato dalla difesa dell'anarchico dopo il "no" del tribunale di Sorveglianza al reclamo avanzato contro il 41 bis.

Il caso di Alfredo Cospito in Cassazione, giudici in Camera di Consiglio

È in corso in Cassazione la camera di consiglio sul ricorso presentato dai difensori di Alfredo Cospito per la revoca del regime di 41 bis cui l'anarchico è sottoposto dal maggio scorso.

La camera di consiglio di oggi era stata fissata in prima battuta dalla Suprema Corte per il 20 aprile, poi anticipata al 7 marzo e, successivamente, al 24 febbraio, in ragione delle precarie condizioni di salute del detenuto che è in sciopero della fame da oltre quattro mesi.