PHOTO
«In questi giorni è stato messo su un plotone di esecuzione ad personam contro il sottoscritto, cui non ho neanche risposto: trasmissioni, insulti, interpretazioni malevoli delle parole. Qualche giornalista ha detto che magari dicono queste cose perché hanno paura di inchieste. Ho 60 anni e non sono mai stato sfiorato da nulla. Non ho paura di nulla, ho sollevato questo tema perché fondamentale che il Parlamento ne parli, proprio a tutela della magistratura». Così il ministro della Difesa Guido Crosetto alla Camera, chiamato a rispondere ad una interpellanza urgente dei parlamentari di +Europa Benedetto Della Vedova e Riccardo Magi, in merito alla sua intervista di domenica scorsa sul Corriere della Sera dove ha parlato di magistratura che farebbe opposizione al Governo.
Si è comunque reso disponibile a tornare in Parlamento per rispondere a una informativa richiesta da tutte le opposizioni e ampliare il ragionamento. Della Vedova nel presentare l’atto di sindacato ispettivo era stato chiaro: «Lei ha detto in una dichiarazione, ma come è giusto che sia, che non ha fatto queste dichiarazioni a cuor leggero, e ci mancherebbe altro. Ma a questo punto, quindi, lei deve circostanziare un'accusa precisa, che non può essere un sentito dire, un de relato, forse che, un riferimento al libro di Palamara o una registrazione su Radio Radicale. Il ministro Nordio, il cui ruolo per me è sempre più misterioso, ma questo non riguarda il tema di oggi, ha detto a sua difesa, chiamiamola così: “Crosetto ha interpretato un sentimento diffuso”. Ma, signor ministro, non voglio i sentimenti e nemmeno le opinioni e nemmeno le illazioni. È per questo che le chiedo di circostanziare i fatti a cui lei si riferisce, i fatti, perché, se non sono fatti, l'accusa è ancora più grave da un punto di vista istituzionale».
E invece il ministro ha portato a sostegno della sua tesi proprio quello che non voleva l’interpellante, facendo proprio riferimento ai congressi di AreaDg e Magistratura democratica degli ultimi mesi. In particolare ad una frase del segretario di Md, Stefano Musolino: «C’è una evidente insofferenza verso la magistratura e la sua fisiologica e costituzionale funzione antimaggioritaria a tutela dei diritti fondamentali; perché non ce l’hanno regalata questa autonomia e indipendenza come privilegio corporativo, ci hanno onorato di questa autonomia e indipendenza perché ogni qualvolta maggioranze contingenti avessero messo sotto scacco o in pericolo i diritti costituzionali il ruolo della magistratura sarebbe dovuto essere quello di riequilibrare questo attacco a tutela dei diritti fondamentali».
Crosetto poi rivolto a Della Vedova ha sottolineato: «Basta questa frase, secondo me, per aprire, non un confronto tra governo, ministro Crosetto e magistratura, ma una riflessione sul ruolo che la nostra Costituzione che in un Paese democratico deve avere la magistratura. Pensate cosa sarebbe successo se questa frase, che ho letto, l'avesse pronunciata un generale o un prefetto». Tuttavia «io non penso - ha proseguito Crosetto - che possa esistere una riforma della giustizia che vada contro la magistratura e non credo - l'ho sentito anche in molti interventi di Area - che si possa pensare a un conflitto permanente tra la magistratura e la politica».
Il primo a commentare è ovviamente Stefano Musolino: «Ribadisco e rivendico quelle parole. D’altronde il ministro nella sua dichiarazione mostra di omologare il ruolo costituzionale di prefetti e generali con quello della magistratura. E mostra di non conoscere quali sono i rapporti e gli equilibri di potere tra le istituzioni nel disegno costituzionale. In tutti i Paesi in cui le istituzioni di garanzia, qual è la magistratura, non possono porre limiti alle azioni dei governi sono Paesi a basso tasso democratico. Quando faccio riferimento a quello che è il dovere antimaggioritario intendevo dire che siamo autonomi e indipendenti - e non lo sono i prefetti e i generali proprio perché dobbiamo tutelare i diritti fondamentali previsti in Costituzione».
«Io penso - ha detto il deputato di +Europa Riccardo Magi - che fare affermazioni del genere significhi rinunciare a fare la riforma della giustizia in questo Paese. La caciara che Crosetto ha sollevato con le sue affermazioni serve a nascondere il fatto che, nell'attuale maggioranza e nel governo, non c'è nessuna unità di intenti su quale riforma della giustizia portare avanti. Ci sono le affermazioni e i buoni propositi di Nordio, ci sono le parole e i comportamenti di Delmastro, c'è un'azione di governo che contraddice puntualmente i propositi espressi dal ministro della Giustizia. Io non vedo attività dei magistrati volte ad attaccare esponenti del governo e della maggioranza».
Enrico Costa, responsabile giustizia di Azione, ha invece scritto ironicamente su Twitter: «Intervento superlativo alla Camera di Guido Crosetto sulla giustizia. Speriamo serva a rianimare qualche suo collega». Il riferimento non sarà mica al ministro Nordio? «Le parole del ministro Crosetto alla Camera sono da sottoscrivere punto per punto». Lo ha detto Davide Faraone, capogruppo di Iv alla Camera. Critico invece il leader del M5S Giuseppe Conte: «Il ministro non è stato in grado di precisare nessun fatto e nessuna circostanza, anzi ha esposto un ragionamento che mi preoccupa perché denuncia una carente cultura delle istituzioni. Ha messo sullo stesso piano, ad esempio, un generale come Vannacci - il cui ruolo è gerarchicamente e funzionalmente asservito all'esecutivo - e i giudici, che invece godono di garanzie costituzionali di autonomia e indipendenza, essenziali per tutelare i diritti dei cittadini». «Crosetto viene a Montecitorio ma non risponde a nessuna domanda. Vittimismo e confuso attacco alla magistratura ''accusata'' di difendere i diritti fondamentali della Costituzione. Da oggi ancora più preoccupati di sentire pronunciare queste parole dal ministro della Difesa», ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla camera dei Deputati.