Margherita Cassano è da ieri la prima donna a guidare la Corte di Cassazione. Prende il posto di Piero Curzio, in pensione per raggiunti limiti di età. Lo ha deciso all'unanimità, alla presenza del Capo dello Stato, il Consiglio superiore della magistratura, dopo il ritiro della domanda di Giorgio Fidelbo. Figlia di Pietro Cassano, magistrato che ha presieduto tanti processi negli anni di piombo, la neo presidente della Cassazione è nata a Firenze nel 1955 ed è in magistratura dal 1980, dapprima come pm presso la Procura di Firenze, dove dal 1991 al 1998 è stata assegnata alla Direzione distrettuale antimafia. Dal 1998 al 2002 è stata componente del Csm. Rientrata in ruolo, è stata assegnata all’Ufficio del Massimario e del Ruolo e, dal 2006, alla Prima sezione penale della Cassazione, dove è stata componente delle Sezioni Unite penali e vice direttore del Centro elettronico di documentazione della Cassazione.

Nel 2016 è stata nominata presidente della Corte di appello di Firenze, dove ha operato fino al luglio 2020, quando ha assunto l’incarico di presidente aggiunto della Corte di cassazione, presiedendo i collegi delle Sezioni unite civili incaricati della trattazione dei ricorsi in materia disciplinare delle toghe. Esponente di Magistratura indipendente, la corrente moderata delle toghe, agli inizi della carriera aveva lavorato con Pierluigi Vigna. La nomina di Cassano rompe, dunque, un tabù decennale: pur essendo ormai lo donne in maggioranza fra le toghe, circa il 55 percento, prima di lei nessuna era riuscita ad arrivare ai vertici della magistratura. «Posso affermare con orgoglio di cogliere il genuino spirito di servizio e il laborioso impegno profuso da tutti i consiglieri per recuperare l'efficienza dell'azione consiliare nella condivisa missione di segnare una discontinuità in termini di coesione interna e lealtà verso l'istituzione per il bene della magistratura e, in definitiva, del Paese», sono state le parole del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli. Parole apprezzate da Sergio Mattarella che ha espresso l'auspicio che «la tempestività dimostrata dal Consiglio possa costantemente caratterizzare il mandato consiliare appena iniziato, così da assicurare la dovuta celerità alle nomine dei dirigenti». «La presidente Cassano sarà un punto di riferimento per le giovani che sempre più numerose superano il concorso, per prestare un essenziale servizio alla Repubblica», ha sottolineato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Sulla stessa lunghezza d'onda l'Anm: «Oggi è un gran bel giorno per l'intera magistratura e per la democrazia del nostro Paese». «La nomina di Margherita Cassano al vertice della Cassazione, prima volta per una donna, testimonia un momento importante nella storia del nostro Paese e nel mondo della giustizia, ma attiene certamente alle competenze e alle doti che già nella sua carriera di magistrata oltre che nel ruolo di presidente aggiunto della Suprema Corte ha avuto modo di dimostrare», ha commentato Maria Masi, presidente del Consiglio nazionale forense. «Sono onorata - ha aggiunto - di condividere un momento storico così favorevole al riconoscimento delle capacità professionali delle donne. Sono certa che la guida della neo prima presidente Cassano, da sempre sostenitrice della necessità di un confronto costante con l'avvocatura per migliorare la qualità della giurisdizione, sarà in continuità con il metodo di dialogo che negli ultimi anni ha caratterizzato l’interlocuzione tra la Cassazione e il Cnf».

«Con la nomina di Cassano viene premiato un profilo di assoluta eccellenza e competenza. La questione di genere, che molti richiamano in questo momento, è importante ma non aggiunge nulla in questo caso, anzi rischia di diventare argomento quasi riduttivo dinanzi all'indiscusso valore e alla sostanza della professionista in questione A lei le mie congratulazioni e gli auguri di buon lavoro», il commento invece di Antonio Leone, presidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia tributaria.