Fu la Corte d’appello di Milano a concedere gli arresti domiciliari al cittadino russo Artem Uss, con un provvedimento di appena cinque righe, perché lui aveva dimostrato di avere una moglie e una casa in affitto a Basiglio, dalla quale poi è evaso. Un’evasione su cui sono in corso accertamenti del ministero dell’Interno perchè il 40enne figlio di Alexander Uss, potente governatore della regione siberiana di Krasnoyarsk e amico di Putin, aveva il braccialetto elettronico. Un provvedimento che non solo aveva lasciato «esterrefatti» gli Stati Uniti che di Uss avevano chiesto con insistenza l’estradizione, ma che anche la procura generale aveva provato a scongiurare evidenziando in quattro dettagliate pagine l’altissima pericolosità di fuga del soggetto, del quale anche la Federazione Russa aveva richiesto di estradizione.

Nell’informativa urgente alla Camera, è il ministro della Giustizia Carlo Nordio a illustrare i contorni della vicenda, che lo ha portato ad avviare l’azione disciplinare nei confronti dei giudici della corte d’appello milanese. L’obiettivo del Guardasigilli è anzitutto quello di respingere la «sequenza di critiche, insinuazioni, soggettive interpretazioni della legge e dilettanteschi commenti di sgrammaticatura giuridica» che in queste settimane hanno colpito il dicastero di via Arenula. Per Nordio non ci sono dubbi: nella fase iniziale della vicenda, il ministero ha rispettato i termini di legge sollecitando il mantenimento della custodia cautelare in carcere dell’uomo d’affari russo non appena si è saputo del suo arresto operato dalla polizia aeroportuale in esecuzione di un mandato di cattura internazionale sollecitato dagli Usa per frode. Quando poi il procedimento giurisdizionale ha preso il via, ugualmente il ministero della Giustizia ha rispettato la normativa vigente, non potendo né dovendo intervenire su una materia in cui «non ha alcuna competenza, né oneri di controllo sull’esecuzione di un provvedimento giurisdizionale adottato da una Corte».

«L’ipotesi contraria confliggerebbe non solo con il principio costituzionale della divisione dei poteri ma con la ripetuta e sacrosanta affermazione dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura, svincolata da ogni considerazione estranea alla sua alta funzione», ha spiegato Nordio che ha aggiunto: «È singolare che proprio quando si mette in dubbio tale convincimento da parte del governo, si affermi con palese e faziosa contraddizione che proprio il ministero della Giustizia sarebbe dovuto intervenire per limitare o condizionare la libertà di decisione della corte di Milano». Quindi, «il ministero è completamente estraneo al processo e non è parte del procedimento. Tra i soggetti indicati a proporre l’impugnazione non vi è il ministro della Giustizia». Fatta la frittata, che cosa è rimasto sul conto di Uss? «Sono in corso approfondimenti volti all’inserimento del cittadino russo nelle liste al fine di attivare le procedure di congelamento dei beni in Italia. Così vediamo se si possono aggredire i suoi beni», ha detto il Guardasigilli che ha chiuso il suo intervento alla Camera con un messaggio chiaro a proposito dell’azione disciplinare avviata a carico dei giudici: «Nessuno può permettersi di imputare al ministro una interferenza invasiva quando esercita le sue prerogative per verificare la conformità del comportamento dai magistrati ai doveri di diligenza. È dovere del ministero procedere con gli stessi criteri con cui i pm inviano l’informazione di garanzia ai cittadini nei cui confronti svolgono le indagini».