Il tribunale di Brescia ha disposto l'archiviazione per l'ex procuratore capo di Milano, Francesco Greco, indagato per abuso in atti d'ufficio in relazione alla gestione dei fascicoli sulla banca Monte dei Paschi di Siena e per i quali erano già indagati, sempre a Brescia, i pm di Milano Stefano Civardi, Giordano Baggio e Maurizio Clerici, tutti a loro volta archiviati. Lo ha deciso il gip di Brescia, Giulia Costantino, ieri accogliendo la richiesta della procura guidata da Francesco Prete per insussistenza dei fatti. 

«Giustizia è fatta», commenta il legale di Greco, l’avvocato Massimo Dinoia. «In tutta onestà – spiega in una nota -, fin dal primo momento non ho mai avuto neanche una piccolissima incertezza sull'esito di questa vicenda: non poteva finire in altro modo. Si sa che un avvocato non può mai assicurare al proprio assistito, all'inizio di un procedimento, che le accuse contro di lui saranno archiviate, ma in questo caso ho fatto un'eccezione, anche perché conosco da decenni l'assoluta correttezza di comportamento del dottor Greco: sfidando ogni scaramanzia, gli avevo garantito fin dal primo momento che solo questo poteva essere l'esito. La procura di Brescia ha poi fatto tutti i dovuti accertamenti ed è ovviamente arrivata alla conclusione che non c'era proprio niente di niente, per cui ha chiesto lei stessa (prima ancora che ne facessi istanza io) l'archiviazione che ieri il gip, dottoressa Giulia Costantino, ha definitivamente proclamato».

L’ipotesi era quella di non aver svolto gli accertamenti necessari nelle inchieste sui dirigenti della banca, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, rispettivamente ex presidente e ex ad dell'istituto, per i quali si è tenuta oggi l'udienza preliminare a Milano davanti al gup Fiammetta Modica in relazione al “filone” sui crediti deteriorati dell'istituto di Rocca Salimbeni, con la richiesta di costituzione di circa 4mila parti civili. L'indagine sull'ex numero uno della procura di Milano e attuale consulente alla legalità del Comune di Roma partiva dalla richiesta di assoluzione di Profumo e Viola nel processo di primo grado sulla gestione dei derivati Alexandria e Santorini che ha poi portato a una condanna a sei anni per i due manager e per il quale è in corso in queste settimane il processo d'appello.

La procura di Milano aveva chiesto di archiviare in fase preliminare anche l'indagine sulla contabilizzazione dei crediti deteriorati nel periodo compreso tra la relazione di bilancio 2014 e la semestrale del 2016 con le ipotesi di reato di false comunicazioni sociali, falso in prospetto e manipolazione del mercato per non aver inserito correttamente nei documenti contabili i dati su risultati d'esercizio, rettifiche e coefficienti patrimoniali di vigilanza, dove rispondono anche un altro ex presidente di Mps, Massimo Tononi, e il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili e societari, Arturo Betunio. Archiviazione negata dal gip di Milano, Guido Salvini, disponendo una nuova consulenza tecnica con l'inchiesta che ora è assegnata ai pm Giovanna Cavalleri e Cristiana Roveda. Il prossimo 26 giugno in aula bunker le difese di Profumo, Viola e Tononi, assistiti dagli avvocati Francesco Mucciarelli e Adriano Raffaelli, e Betuni, difeso dai legali Guido Carlo Alleva e Francesca Ghetti, replicheranno alle richieste di costituzione di parte civile dopo aver depositato negli scorsi giorni nuove consulenze tecniche di parte.