Nordio aveva appena finito di rispondere al question time in Senato sul caso Cospito che Bianconi sul Corriere lancia la notizia: «Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove è indagato per rivelazione di segreto d’ufficio nell’inchiesta della Procura di Roma sulle conversazioni ascoltate in carcere tra l’anarchico Alfredo Cospito e un paio di boss della criminalità organizzata, rinchiusi come lui al carcere duro nel penitenziario di Sassari».

Lo ribadiamo: una indagine non equivale a colpevolezza, ma questa notizia politicamente rappresenta una bella grana per il ministro, visto che solo 24 ore prima aveva difeso l’operato del suo sottosegretario e di Donzelli in una informativa alla Camera. Ma torniamo al Senato. Prima interrogazione presentata da Fdi, per sapere perché ha mantenuto il 41 bis all’anarchico ma soprattutto se era conoscenza, quando ha rigettato la richiesta di revoca, del parere del Procuratore generale di Cassazione che chiede al tribunale di sorveglianza di Roma di rivedere, o almeno motivare meglio, la decisione di far permanere Cospito al carcere duro. Sul secondo punto il Guardasigilli ha sottolineato: «Il parere della procura generale della Cassazione sul caso Cospito non poteva e non doveva essere inviato al ministero perché è un atto endoprocessuale. Questo ministero non ne era a conoscenza, se lo fosse stato, sarebbe stata una violazione della procedura ordinaria».

L’altra interrogazione è stata presentata dal senatore De Cristofaro (Avs) a partire da un articolo del Domani in cui si riportava una perplessità espressa da Luigi Manconi: fino al 23 dicembre i detenuti al 41-bis che potevano comunicare con Cospito erano considerati di scarso spessore criminale; successivamente, il gruppo di socialità è stato modificato e Cospito è stato messo insieme a tre boss di alto livello: «Le frasi estrapolate dai colloqui e riportate nella relazione del Dap, i cui contenuti sono stati letti il 31 gennaio 2023 in Aula, alla Camera, dal deputato Donzelli, si riferiscono esclusivamente a quest'ultimo gruppo di socialità». L’interrogante si chiede perché sia avvenuto il cambio del gruppo di socialità, perché solo allora si iniziano ad ascoltare le conversazioni dei detenuti, poi rivelate in Aula. Proviamo a tradurre noi: forse c’è una regia per far emergere ipotetiche collusioni con la mafia e iniziare una campagna di diffamazione contro Cospito? Nordio ha risposto che sono state rispettare le regole e che la modifica è avvenuta «su proposta del responsabile Rom e conseguente disposizione del direttore del carcere di Sassari, in un ulteriore e diverso gruppo di socialità a causa dell’ingresso in carcere di un detenuto che non poteva essere unito a detenuti secondo il 41 bis della medesima area criminale».

Insoddisfatto della risposta De Cristofaro: «Dal ministro Nordio una risposta burocratica che sostanzialmente non risponde alla nostra domanda sul perché a Cospito è stato cambiato il gruppo di socialità. Nordio non chiarisce in nessun modo le ragioni di questo cambio». Intanto il ministro Piantedosi ha fatto una breve dichiarazione sulle recenti lettere di minacce con proiettile inviate dagli anarchici ad alcune aziende: «Gli episodi delle lettere con proiettili di matrice anarchica inviate ad aziende e manager sono al vaglio degli inquirenti, ma sono modalità già viste su cui le forze dell'ordine hanno un livello di attenzione già alto. Dobbiamo però lanciare messaggi sempre molto equilibrati, non di sottovalutazione ovviamente, ma neanche bisogna far preoccupare la gente».