Al Consiglio superiore della magistratura è scoppiata la grana dei “baby” fuori ruolo. Come se non fossero già sufficienti le polemiche che ultimamente hanno travolto l'organo di autogoverno della toghe, mercoledì il Plenum ha corso il rischio di spaccarsi sulla proposta di collocamento fuori ruolo di una magistrata del tribunale di Salerno presso il Dipartimento degli affari di giustizia di via Arenula.

La pratica era passata tranquillamente in Commissione ed era solo in attesa del voto finale in Plenum. Normalmente gli incarichi fuori ruolo presso il ministero della Giustizia, essendo richiesti direttamente dal Guardasigilli, vengono approvati senza alcuna criticità in una ottica di leale collaborazione istituzionale. Sarebbe infatti uno “sgarbo” che il Csm si mettesse contro la volontà del ministro della Giustizia che ha la facoltà di scegliersi i propri collaboratori anche fra i magistrati.

Nel caso di specie, poi, tutti i paramenti indicati dalle norme erano rispettati. In particolare, il numero massimo previsto per legge dei magistrati collocabili fuori ruolo non è ancora stato raggiunto, ed il tribunale di Salerno, avendo una scopertura molto bassa rispetto ad altri, non sarebbe stato penalizzato dall’assenza di un giudice. E allora dove era il problema? Nell'anzianità di servizio, poco più di otto anni, della magistrata.

Il primo a sollevare il tema dell’età è stato il togato indipendente Andrea Mirenda, chiedendosi che tipo di “competenza” possa aver maturato in così pochi anni di servizio la collega per poter fornire agli uffici ministeriali il proprio contributo tecnico-giuridico. «È funzionale in questo momento il suo collocamento fuori ruolo a fronte di una scopertura in tutta Italia di circa 1700 magistrati?», ha poi aggiunto Mirenda, ricordando che vige sempre il principio della separazione poteri e che quindi «ognuno dovrebbe rimanere a casa propria». Per Mirenda la soluzione migliore sarebbe quella di un albo di esperti dai quali il Csm possa attingere per rispondere alle richieste del ministro. La sollecitazione sull'anzianità di servizio è stata subito raccolta dalla togata di Magistratura indipendente Bernadette Nicotra, la quale ha evidenziato la necessità di metter mano alla circolare sui fuori ruolo prevedendo dei paletti, come ad esempio che prima della quarta o quinta valutazione di professionalità, quindi almeno 20 anni di servizio, non si possa andare a svolgere incarichi lontano dai palazzi di giustizia. Sulla questione delle "competenze” si era espresso anche il togato di Area Marcello Basilico.

Durante il dibattito ha poi preso la parola la prima presidente della Cassazione Margherita Cassano chiedendo che, in attesa di cambiare la circolare, si evidenzi almeno il “curriculum" dei magistrati che andranno fuori ruolo per poter comprendere quale sarà un domani il loro reale apporto all’attività extra giudiziaria. Al termine del dibattito la pratica è comunque passata a maggioranza con due voti contrari, Mirenda ed il laico in quota M5S Michele Papa, e ben nove astenuti.