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La Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha annullato la condanna in appello a 1 anno e 8 mesi per Stephan Ernest Schmidheiny in un processo scaturito dall'inchiesta Eternit Bis della Procura di Torino, rinviando gli atti alla Corte d'Appello di Torino. Lo rende noto l'Osservatorio nazionale amianto. Il processo in questione riguarda la morte di Giulio Testore, impiegato nello stabilimento Saca Eternit di Cavagnolo (Torino) e morto nel 2008 a causa dell'asbestosi per l'esposizione all'amianto. Nel 2018, in primo grado, Schmidheiny era stato condannato a 4 anni di reclusione per omicidio colposo.
Oltre a Testore, che aveva respirato il pericoloso minerale negli ambienti di lavoro per circa 27 anni, era stato preso in esame il caso di Rita Rondano, deceduta nel 2012 per un mesotelioma pleurico a pochi mesi dalla diagnosi. La donna aveva subito una duplice esposizione alla fibra killer: residenziale, poiché abitava a meno di 1 km dallo stabilimento di Cavagnolo, e da lavoro agricolo poiché svolgeva le sue mansioni su terreni poco distanti dallo stabilimento incriminato, in precedenza contaminati dall’amianto. La difesa dell’industriale aveva impugnato il provvedimento e in appello, in parziale riforma della sentenza applicata, il magnate svizzero aveva dovuto rispondere esclusivamente della morte di Testore. La pena era stata quindi ridotta a 1 anno e 8 mesi di reclusione, con la concessione del beneficio della sospensione condizionale.
La Corte aveva anche escluso il diritto al risarcimento per i congiunti dell’operaio perché firmatari di una transazione a chiusura di un altro processo penale contro altri dirigenti Eternit. Gli eredi Testore avevano presentato quindi ricorso in Cassazione, ma anche i legali di Schmidheiny, che hanno ottenuto l’esclusione dei risarcimenti in favore degli enti e delle associazioni costituite parti civili, tra cui l’Osservatorio Nazionale Amianto, presieduto dall’avvocato Ezio Bonanni.
Intanto la prescrizione incombe e le vittime rimangono senza giustizia", commenta il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, avvocato Ezio Bonanni. «Non possiamo comprendere né condividere la decisione della Corte - aggiunge - il nostro impegno, comunque, proseguirà in tutte le competenti sedi, per la bonifica, la messa in sicurezza, la tutela medica e risarcitoria di tutte le vittime e dei loro familiari».